Okwui Enwezor è il direttore della Biennale Arte di Venezia 2015. Quella che si farà “assieme” all’Expo di Milano. Il presidente Baratta mette a segno un altro colpo da maestro dopo Massimiliano Gioni
“Si è confrontato criticamente col complesso fenomeno della globalizzazione, a fronte delle espressioni provenienti da radici locali”. E poi: “Un punto di riferimento decisivo per l’ampiezza del raggio geografico di analisi, per la profondità temporale degli sviluppi recenti nel mondo dell’arte, per la variegata ricchezza del presente”. Mentre qualcuno iniziava a mettere fra le ipotesi […]
“Si è confrontato criticamente col complesso fenomeno della globalizzazione, a fronte delle espressioni provenienti da radici locali”. E poi: “Un punto di riferimento decisivo per l’ampiezza del raggio geografico di analisi, per la profondità temporale degli sviluppi recenti nel mondo dell’arte, per la variegata ricchezza del presente”. Mentre qualcuno iniziava a mettere fra le ipotesi (magari qualcuno pure a vagheggiare) una riconferma di Massimiliano Gioni, la Biennale di Venezia a sorpresa annuncia – con le parole sopra, del presidente Baratta – che il direttore del Settore Arti Visive per il 2015 sarà Okwui Enwezor.
Personaggio indiscusso e indiscutibile, forse attualmente quello che possiede skills più robusti per dirigere una biennale globale: grazie anche alla ricchissima esperienza “sul campo”, già in passato alla guida della Johannesburg Biennale (1996-1998), di Documenta 11 a Kassel (2002), della Bienal de Arte Contemporáneo di Siviglia (2005-2007), della Gwangju Biennale (2008) e della Triennal d’Art Contemporaine di Parigi (2012). Nigeriano, classe 1963, Enwezor è direttore della Haus der Kunst di Monaco di Baviera dal 2011: “Nessuna manifestazione o mostra d’arte contemporanea è esistita in maniera così continuativa, al centro di così tanti cambiamenti storici nel campo dell’arte, della politica, della tecnologia e dell’economia, come la Biennale di Venezia”, ha dichiarato a caldo. “La Biennale è il luogo ideale per esplorare tutti questi campi dialettici di riferimento, e la stessa istituzione Biennale è fonte di ispirazione per la progettazione della Mostra”.
Un possibile approccio, il suo, complementare con il lavoro di Gioni: che all’apertura mentale e operativa introdotta dall’italiano può aggiungere una ulteriore apertura “geopolitica”. Sul piano nazionale, una nomina che potrebbe rafforzare il link che fra 2 anni la Biennale si troverà a strutturare con l’Expo di Milano: un’attenzione testimoniata anche dalle date della rassegna lagunare, fortissimamente anticipate fino al 9 maggio. Ed in questo, centrale potrà essere il ruolo del curatore africano – anche questa una prima assoluta -, protagonista in prospettiva sulla scena meneghina come curatore incaricato della futura Città delle Culture all’ex Ansaldo.
La Biennale si conferma in questo momento l’entità culturale probabilmente più importante al mondo, unica nel suo genere. Una fondazione italiana che, per quanto riguarda le arti plastiche – al netto dunque del Cinema che fa partita a sé – ha come direttori personalità come Enwezor per l’arte e Koolhaas per l’architettura (in programma per il 2014). Una signora di 118 anni in smagliante forma. E in smaccata controtendenza con l’affannato e pasticcione paese che la ospita…
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