Una nuova sede per il Pérez Art Museum Miami. Jacques Herzog racconta il suo museo fluido
Tra gli ultimi progetti del celebre studio Herzog & de Meuron, inaugurato durante la settimana di Art Basel Miami Beach, il nuovo Pérez Art Museum Miami guarda verso l'Oceano, dall'interno del Museum Park. Una sede attesa da qualche anno, pensata come struttura organica e fluida
Nato nel 1984 come Center for the Fine Arts, nel 1996 divenne il Pérez Art Museum Miami, abbreviato in PAMM. Tra i più noti musei della Florida, la prestigiosa istituzione ubicata al 101 del West Flagler Street, ha appena ufficializzato la sua sede nuova di zecca all’interno del ribattezzato Museum Park (una volta detto Bicentennial Park), dove ha sede anche il Miami Science Museum.
L’inaugurazione ha coinciso, lo scorso 4 dicembre, con il festoso trambusto di Art Basele la pletora di fiere e fierette sbocciate tra Miami e Miami Beach. Cantieri aperti nel 2010, tre anni di lavori e un progetto firmato dalla coppia di artistar Herzog & de Meuron. Vocazione contemporanea e una forte attenzione al rapporto col tessuto urbano, per un museo che intende essere sempre di più un hub fondamentale nella mappa culturale della città: spazio efficiente ed ambizioso, capace di offrire a turisti e residenti un modello culturale innovativo, un nucleo di servizi di altissima caratura, un’occasione formativa e un riferimento concreto per la comunità di professionisti dell’arte e del design, ma anche per appassionati e viaggiatori.
La struttura, flessibile, leggera, paerta, pensata come un’architettura su palafitte, a pochi metri dal’Oceano, mette in discussione il tradizionale binomio dentro/fuori, giocando con uno schema di tralicci, verande, vetrate e passaggi, così che tutto rimanga trasparente, permeabile, fluido, in una sorta di nudità che – nelle parole di Jacques Herzog – definisce un museo “molto onesto e molto arcaico”, capace però di rappresentare una nuova tipologia di costruzione. Spazi organici, che escludono la severa ripartizione tra ambienti esterni e interni, rendendo tutto raggiungibile da ogni parte e attraversabile agevolmente, con la piacevolezza una visione a tutto campo. Un modo, tra l’altro per creare una compenetrazione armonica tra i luoghi dell’abitare e le distese azzurre, luminose, sconfinate del paesaggio intorno.
In tutto 3000 metri quadrati di gallerie distribuite su tre piani, una grande veranda sopaelevata, una sinfonia di piante tropicali lasciate libere di arrampicarsi sulle colonne del prospetto, un tetto in legno e cemento dalle cui fenditure filtrano dolcemente lame di luce, e ancora un parcheggio per le auto, un bar-ristorante e a pochi metri tutti i principali trasporti (treni, trolleybus, biciclette, taxi).
In questa intervista, appena pubblicata, Jacques Herzog racconta la nuova creatura sfornata dal suo studio. Un’opera importante, che ha in qualche modo connotato l’art week decembrina del 2013, scegliendo di tagliare il nastro con la retrospettiva Ai Wei Wei: According to Whatm la prima grande rassegna internazionale che racconta, attraverso opere importanti, spesso in larga scala, la ricerca del più popolare artista cinese contemporaneo, analizzandone i processi creativi, le fasi salienti, le vicessitudini politiche e le intuizioni che lo hanno reso celebre, negli ultimi vent’anni. Fino al 16 marzo 2014.
Helga Marsala
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