Il CAM a luci rosse. Quando Napoli rifiuta, Casoria risponde
Alla pruderie dei Borbone si deve il campionario erotico-sessuale più ampio dell’antichità. Al piano ammezzato del Museo archeologico nazionale di Napoli, infatti, c’è una sezione che va sotto il nome di Gabinetto segreto, dove volgendosi oltre l’incanto delle immagini, la mente può volteggiare nella sua storia, inseguendo stratificazioni di usi e costumi del potere con la sessualità.
Già destinato nel Settecento “alle sole persone di matura età e di conosciuta morale”, dopo successivi e ciechi tentativi di chiusura e distruzione delle opere, Garibaldi rese accessibile “giornalmente al pubblico” il Gabinetto segreto, fino ad essere di nuovo censurato dal regime fascista, per poi essere svincolato definitivamente negli Anni Settanta.
In questi giorni il collettivo austriaco Team[:]niel ha riaperto il caso. Gli artisti, lavorando sulle foto dei reperti con fotomontaggi di altri nudi tratti dalla realtà contemporanea, hanno infatti proposto di allestire il progetto all’interno dello stesso Museo archeologico in buona compagnia degli originali. Ma l’inopportunità di una tale proposta, così come sottolineato in una nota ufficiale della Soprintendenza – che ha declinato l’invito -, ha fatto andare a nozze con l’occasione Antonio Manfredi, il narciso centurione del CAM di Casoria, che si è subito reso disponibile a spalancare le sue porte perché “l’arte non ammette censura quando accompagna alla riflessione, all’indagine e alla comprensione”.
La scelta di riproporre alcune immagini in chiave moderna, con i corpi nudi dell’azionista viennese Hermann Nitsch, del chimico Carl Djerassi (che fu tra i padri della pillola anticoncezionale) e dello stesso direttore Manfredi, non ha unicamente intenti artistici ma si prefigge soprattutto di documentare la reazione del pubblico. Il senso del lavoro sta nella volontà di misurare la temperatura dei costumi di un Paese che ancora reputa un tabù sconveniente un nudo e campa a cavallo di volgarità etiche ben più pornografiche. L’arte è eterna ma il significato specifico di un’opera può essere transitorio. E la sua bellezza si potenzia nel tempo proprio per questo.
L’arte ha il nobile compito di tradurre il pensiero in materia e ogni espressione artistica, se autentica e non ruffiana, ha il dovere più o meno inconsapevole di svelarci una più ampia visione della realtà. La normale banalità dello scatolame riprodotto da Warhol ci catapulta nel boom americano, così come i ritratti di Raffaello riflettono allo specchio la ricchezza dei mercanti emergenti. Forzando di poco la mano si potrebbe arrivare al concetto di prostituzione intellettuale dell’arte, se si pensa a quanto poco oggi l’arte in Italia sia considerata, ancella minore di tutti i saperi, madre ignara e impotente delle tante svendite e dei sempre più gettonati noleggi in giro per il mondo.
Del resto, dove, se non a casa propria, l’unicità di una fortunata disgrazia come quella di Pompei deve essere mostrata al meglio per tentare di diventare non un oggetto di culto, come accade recentemente nella City britannica, ma un tassello necessario per la crescita personale, prima di tutto morale e umana e poi intellettuale, di un proprio cittadino?
Ivana Porcini
Casoria // fino al 15 gennaio 2014
ErotiCAM. Gabinetto segreto II
CAM
Via Duca d’Aosta ang. Via Calore
081 7576167
www.casoriacontemporaryartmuseum.com
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati