“Le mie sculture (di solito figure) non rappresentano soltanto uno studio sulla forma. Rappresentano stati emozionali, perlopiù dolorosi”. Queste sono le parole con cui Louise Bourgeois (Parigi, 1911 – New York, 2010) sintetizza l’approccio alla materia artistica e che lo Scottish National Gallery of Modern Art presenta non solo attraverso le sculture, ma anche disegni, installazioni e gouache. Louise Bourgeois: A Woman without Secrets mette in primo piano la forza motrice che ha spinto la lunga carriera dell’artista in una ricerca attraverso stati emozionali profondi, crudi e spesso dolorosi. Sentimenti che non vengono generalizzati, ma intesi e formalizzati come propri e attraverso i quali si comprende la realtà poi trasformata in arte. Con questo intento, la condizione necessaria è la brutale onestà verso sé stessa e con l’esterno. Bourgeois dice: “Sono una donna senza segreti… niente che sia privato dovrebbe porre alcun rischio, dovrebbe essere un risultato, dovrebbe essere capito, risolto, impacchettato e gettato via”.
Questo è l’effetto che tutte le opere in mostra sembrano suggerire, ossia quello di un percorso catartico attraverso un’attenta analisi dell’inconscio che permette all’artista di sciogliere un nodo emotivo dopo l’altro e allo spettatore di osservarne la concretizzazione sotto forma artistica, ma non solo. Più rilevante però è che questo approccio sembra traslare la materia in un universo artistico che trascende l’esperienza personale di Bourgeois per diventare linguaggio universale. Una vita di esperienze e di ricordi a cui l’artista dà forma. Esperienze di dolore, di perdite (tra le quali quella di un figlio), di traumi familiari. Ma anche di tensioni tra i sessi e profonde questioni filosofiche che si presentano nello stato più introspettivo e intimo dell’esistenza umana. Ognuno di questi elementi viene incorporato e plasmato nelle sculture di latex e gesso come l’iconico Filette (Sweeter Version) (1968-99) o Janus Fleuri (1968) le cui forme giocano con l’idea ambivalente di forme allusive, fallocentriche e legate alla sociale concezione gerarchica dei due sessi.
Un approccio diverso, più sottile e più poetico, che spicca nell’intera collezione è uno degli ultimi lavori, prodotti nel 2008-9, dall’artista ormai novantatreenne: A L’infini. Si tratta di sedici grandi disegni quasi astratti con una forte componente onirica in cui intricate linee rosse si intrecciano, si evolvono, si compenetrano come fossero viscere, prendono forme umane, sessuali, ma nello stesso tempo mantengono una dimensione quasi cellulare, come fosse un close-up su materiale genetico. L’intensità dei processi di elaborazione emozionale/creativa di Louise Bourgeois si evidenziano anche in lavori che confinano l’opera in celle metalliche. L’elemento astratto si rafforza così come il linguaggio metaforico. Proprio perché le gabbie delineano fisicamente l’opera, forzano l’osservatore a concentrarsi in uno spazio preciso, quantificabile ma allo stesso tempo riempito con emozioni intangibili e capillari che nutrono paura e angoscia come fonti di dolore.
Un’opera, quella di Louise Bourgeois, che oscilla costantemente tra i dualismi dell’essere, le sue contraddizioni, i vuoti e i pieni della materia come metafore della complessa natura instabile e fragile di ogni individuo.
Leonardo Proietti
Edimburgo // fino al 18 maggio 2014
Louise Bourgeois – A Woman without Secrets
Scottish National Gallery of Modern Art
75 Belford Road
+44 (0)1316246200
www.nationalgalleries.org
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