Un anno di architettura nel mondo. Fra una Marsiglia ipercontemporanea e una New York per una volta ferma, ecco il meglio e il peggio del 2013 appena concluso
Il 2013 é l’anno in cui il Pritzker Prize – il Nobel dell’architettura – torna in Giappone, un riconoscimento dovuto per un grande maestro ma anche una spinta per il post Fukushima. È l’occasione anche di Marsiglia, capitale della cultura, che attiva un piano di trasformazione in cui l’architettura, e gli architetti, sono protagonisti. Mentre […]
Il 2013 é l’anno in cui il Pritzker Prize – il Nobel dell’architettura – torna in Giappone, un riconoscimento dovuto per un grande maestro ma anche una spinta per il post Fukushima. È l’occasione anche di Marsiglia, capitale della cultura, che attiva un piano di trasformazione in cui l’architettura, e gli architetti, sono protagonisti. Mentre New York, per la vicenda Ground Zero, e Lisbona, per la Triennale di architettura, nei grandi appuntamenti deludono le aspettative.
Ma su tutti uno é il dato positivo del 2013: aumenta l’attenzione verso il lavoro delle donne architetto. Articoli, inchieste e premi hanno occupato le pagine di importanti riviste internazionali, come Architects Journal, Archdaily e Building Design. E una delle protagoniste, nel bene e nel male, é senza dubbio l’anglo-irachena Zaha Hadid.
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Marsiglia, capitale della cultura 2013, sceglie di puntare sull’architettura contemporanea. Grazie alle decine di nuove realizzazioni che hanno coinvolto alcuni dei più talentuosi architetti internazionali, la città francese è stata in grado di offrire un anno ricco di eventi culturali di qualità.
Guarda la punta di diamante di Marsiglia 2013: il MuCem di Rudy Ricciotti
Toyo Ito vince il Pritzker Prize. Nonostante il ritardo (il premio arriva tre anni dopo essere stato conferito alla sua più giovane discepola Kazuyo Sejima) il consenso è unanime per questo maestro del nostro secolo.
Viene lanciata la petizione on-line in favore di Denise Scott Brown, partner nella vita e nel lavoro di Robert Venturi, al fine di riconoscerle il Pritzker Prize vinto nel 1991 dal marito. Oltre 19 mila le firme ricevute. Una battaglia simbolo che mira a ottenere il giusto riconoscimento delle donne in architettura.
Flop
Dopo 12 anni il World Trade center di New York è ancora un grande vuoto. Quello che si pensava diventasse il simbolo di rinascita della grande mela è diventato un luogo dove la qualità architettonica ha lasciato il posto alla speculazione.
Delude la Triennale di Architettura di Lisbona. Un’occasione mancata: approccio eccessivamente concettuale ed ermetico, format espositivi alternativi ma poco efficaci. Dell’Architettura neanche l’ombra.
Leggi l’intervista alla curatrice Beatrice Galilee
E’ polemica per la forma dell’Al-Wakrah Stadium in Quatar: sembra una vagina. È questo il coro che si alza unanime in rete. Mentre Zaha Hadid – che in collaborazione con lo studio Aecom ha firmato il progetto – si difende: “polemiche ridicole”.
– Zaira Magliozzi
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