Che ruolo hanno oggi i “musei d’impresa”? Dal toscano Antinori Museum alla Collezione Würth di Capena: su Artribune Magazine i responsabili ne discutono in Talk Show con ricercatori e studiosi
“Fin dagli inizi del nostro percorso è stato fondamentale far capire all’azienda che l’archivio e il museo hanno le potenzialità per diventare un efficace strumento di comunicazione della capacità produttiva dell’azienda e dei suoi contenuti, e che costituiscono un potente veicolo per la propagazione della sua immagine”. Questa la testimonianza di Stefania Ricci, direttrice del […]
“Fin dagli inizi del nostro percorso è stato fondamentale far capire all’azienda che l’archivio e il museo hanno le potenzialità per diventare un efficace strumento di comunicazione della capacità produttiva dell’azienda e dei suoi contenuti, e che costituiscono un potente veicolo per la propagazione della sua immagine”. Questa la testimonianza di Stefania Ricci, direttrice del Museo Salvatore Ferragamo di Firenze, sul rapporto fra aziende a musei d’impresa: già, perché è questa realtà – sempre più importante, in un momento storico che tende a comprimere la presenza pubblica aprendo spazi a quella privata – al centro del “Talk Show”, l’ormai attesissima rubrica di Artribune Magazine, il cui numero 17 è in dirittura d’arrivo con destinazione prima Arte Fiera Bologna.
Che valore assume per un’azienda investire in cultura? Questa la domanda posta ai protagonisti del “dibattito” di questo numero: ne emerge un atteggiamento propositivo e curioso, che fa ben sperare in un futuro caratterizzato da nuove sinergie tra impresa e cultura, oltre che tra pubblico e privato. Altri case studies? Non vi vogliamo rovinare il piacere di leggerli nell’insieme, fra le pagine della rivista: i contributors sono tutti di grande prestigio, da C. Sylvia Weber, della Collezione Würth di Capena, a Catterina Seia, Michele Trimarchi, Alberto Meomartini, presidente di Museimpresa, Alessandro Crociata, ricercatore all’Università di Pescara, all’esperta di Sponsoring Elisa Bortoluzzi Dubach, a Marina Mojana, direttore artistico di Galleria Campari, Chiara Rusconi di Antinori Familiae Museum, Alessandro Bollo della Fondazione Fitzcarraldo.
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