Nella Giornata della Memoria 2014, ecco l’elenco dei luoghi-simbolo ebraici in Italia. Ricordando l’Olocausto terminato sessantanove anni fa…
Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberavano il campo di concentramento di Auschwitz, decretando ufficialmente la fine dell’Olocausto. Per questo nel 2005, in occasione del sessantesimo anniversario, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decretò di indicare il 27 gennaio come Giorno della Memoria. Anche in Italia, si susseguono le celebrazioni, i ricordi ufficiali […]
Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberavano il campo di concentramento di Auschwitz, decretando ufficialmente la fine dell’Olocausto. Per questo nel 2005, in occasione del sessantesimo anniversario, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decretò di indicare il 27 gennaio come Giorno della Memoria. Anche in Italia, si susseguono le celebrazioni, i ricordi ufficiali con coinvolgimento di tutte le autorità politiche e religiose: e non mancano gli eventi dedicati alla memoria, che mettono in campo teatro, musica, arti visive. Ma quali sono i simboli permanenti dedicati in Italia storia del popolo ebraico o di religione ebraica, ed al ricordo della Shoah? Abbiamo scelto di partecipare alla celebrazione andando a vedere – con relative immagini – i più significativi…
Sinagoga di Ostia Antica
È uno degli esempi migliori di sinagoga ellenistico-romana in Europa, ovvero delle prime sinagoghe apparse in Italia: avevano carattere monumentale e servivano come luogo di culto e centro comunitario per le numerose comunità ebraiche presenti sotto l’Impero romano. Ad essa si affianca la sinagoga di Bova Marina di cui rimane il bellissimo pavimento a mosaico.
Viale dei Romagnoli 717 – Ostia
Risiera di San Sabba
È stata il lager nazista di Trieste, utilizzato per il transito, la detenzione e l’eliminazione di un gran numero di detenuti, in prevalenza prigionieri politici ed Ebrei. Le autorità tedesche lo utilizzavano per smistare le persone che sarebbero andate nei campi di concentramento, i prigionieri più pericolosi venivano invece uccisi nella risiera tramite un colpo di mazza alla nuca o tramite fucilazione. C’era anche un forno crematorio per i cadaveri, ricavato da un essiccatoio in cui in precedenza veniva asciugato il riso. Oggi la risiera è divenuta un museo.
Via Giovanni Palatucci 5, Trieste
Museo Ebraico di Roma
Ospitato nel complesso monumentale del Tempio Maggiore, è aperto dal 1960 per custodire le raccolte della Comunità Ebraica di Roma: argenti romani del Sei e Settecento, tessuti preziosi provenienti da ogni parte d’Europa, pergamene miniate, marmi scampati alla distruzione delle Cinque Scole del ghetto.
Largo Stefano Gay Tachè 1, Roma
Museo Ebraico di Venezia
È un museo diffuso, un complesso urbanistico architettonico e museale unico nel suo genere per la sua specificità. Raccoglie paramenti pregiati, arredi sacri, contratti nuziali, argenti di varia manifattura e provenienza, interessanti esempi di oggetti rituali ebraici, oltre a un’area dedicata alla storia e alla cultura degli ebrei veneziani. All’interno dell’edificio è visitabile una Sukkah creata nel 1821 per la festa delle “Capanne”. Nel Campo su cui si affaccia il museo, si possono ammirare i Monumenti all’Olocausto, opera di Arbit Blatas.
Campo di Ghetto Novo, Cannaregio 2902\b, Venezia
Museo Ebraico di Ferrara
Le quattro sale ospitano oggetti tradizionali e di culto, usati nelle varie cerimonie ebraiche. Tra gli oggetti più preziosi ci sono degli arredi settecenteschi, provenienti dalla scomparsa sinagoga di Cento. Numerosi libri e documenti esposti in vetrine ricostruiscono la storia della comunità ferrarese. Una vetrinetta contiene le chiavi del ghetto, che venne regolarmente chiuso ogni notte dal 1627 al 1859. Al complesso sono annesse le tre sinagoghe ferraresi: la Scola tedesca, l’Oratorio Fanese e la Scola italiana, oggi usata per manifestazioni culturali. A Ferrara si lavora al grande progetto per un Museo dell’Ebraismo e della Shoah nell’ex-Carcere di via Piangipane.
Via Mazzini, 95 – Ferrara
Museo ebraico Yeshivà Marini di Livorno
È ospitato nell’oratorio ottocentesco di una palazzina neoclassica, e offre una documentazione sulle persecuzioni nazifasciste attuate dopo l’emanazione delle leggi razziali, affiancata da un’esposizione degli oggetti d’arte sacra provenienti dall’antica Sinagoga, che possedeva arredi di notevole valore ed era il simbolo dell’importanza assunta dalla numerosa comunità ebraica livornese. Nel museo si conservano, oltre agli arredi sacri, argenti e tessuti prodotti da maestranze livornesi, francesi e centroeuropee, oltre al prezioso Hekhàl in legno intagliato, che scampò ai bombardamenti della Sinagoga.
Via Micali 21, Livorno
Sinagoga di Roma o Tempio Maggiore
Occupa uno dei quattro isolati costruiti dopo la demolizione del ghetto, compiuta dopo il 1888, e fu costruita ai primi del Novecento su progetto dell’ingegner Vincenzo Costa e dell’architetto Osvaldo Armanni. La Sinagoga è a pianta a croce greca orientata a est, verso Gerusalemme, con influenze che vanno dalla tradizione greca a quella assira. L’interno è dipinto da Domenico Bruschi e Annibale Brugnoli con dei motivi geometrici e floreali, in osservanza al divieto biblico di raffigurazioni umane. Nei giardini che circondano la Sinagoga crescono piante legate alla tradizione biblica come la palma, l’olivo e il cedro. Anche a Roma si lavora al Museo della Shoah, con il progetto degli architetti Luca Zevi e Giorgio Tamburini.
Lungotevere Dè Cenci, Roma
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