Fondazione Torino Musei a rischio default. Ma intanto lancia nuovi progetti fra tecnologia e beni culturali, con Politecnico, Accademia e Sole 24 Ore: e per la superfondazione si farebbe strada l’ipotesi Eccher
Fine settimana intenso per la Fondazione Torino Musei. Giovedì è stata presentata a un ristretto numero di giornalisti un’iniziativa che vede coinvolte la stessa Fondazione insieme al Politecnico di Torino, all’Accademia Albertina e al Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali organizzato dalla Business School del Sole 24 Ore. Gli studenti di […]
Fine settimana intenso per la Fondazione Torino Musei. Giovedì è stata presentata a un ristretto numero di giornalisti un’iniziativa che vede coinvolte la stessa Fondazione insieme al Politecnico di Torino, all’Accademia Albertina e al Master in Economia e Management dell’Arte e dei Beni Culturali organizzato dalla Business School del Sole 24 Ore. Gli studenti di ingegneria saranno coinvolti per sviluppare progetti orientati all’utilizzo della tecnologia nel campo dei beni culturali, in campi che vanno dal restauro al “monitoraggio e alla fruizione” dei beni stessi, in cambio di crediti universitari. Quanto agli studenti provenienti dall’Accademia, vi è un interesse particolare per la collezione del MAO, visto che l’istituzione formativa piemontese vede fra i suoi iscritti oltre 200 studenti cinesi. Infine, i 36 studenti post-laurea provenienti dal Master del Sole 24 Ore – giunto alla sua settima edizione – si concentreranno su un project work relativo alla comunicazione museale 2.0.
Ma la Fondazione Torino Musei ha un problema, resosi ancora più evidente nel Consiglio di Amministrazione che si è tenuto venerdì. In poche parole: il Comune non ha denaro in cassa e, in luogo di erogare i 4 milioni e mezzo di euro stabiliti, a fine 2013 ha proposto alla Fondazione di ipotecare Palazzo Mazzonis, sede del succitato Museo d’Arte Orientale. A parte il fatto che a quel punto le collezioni dovrebbero essere trasferite, il punto cruciale è un altro: le banche non sono disposte allo scambio. E così, come riportano le pagine locali de La Stampa, l’intero CdA si è opposto alla “donazione”. Risultato: il sindaco Fassino propone di spalmare il denaro promesso su tre anni. Il che significherebbe per la Fondazione consegnare un bilancio consuntivo in rosso fuoco.
Nel bel mezzo di tutta questa intricata vicenda, resta aperta la questione della Superfondazione che dovrebbe “accorpare” Rivoli alla Fondazione. Dopo il bando andato inopinatamente a vuoto per la nomina di un nuovo direttore, lo scenario più lineare – non fosse altro per evitare di dover spendere altri denari che non ci sono – è quello che vede Danilo Eccher, attuale direttore della Gam, a capo dell’intero network. Ma non v’è dubbio che anche su questo punto le cose andranno tutt’altro che lisce.
– Marco Enrico Giacomelli
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