Berlinale 2014 – VideoUpdate III
Ecco il primo colpo di fulmine della Berlinale: "Nymphomaniac", ultima fatica di Lars Von Trier. Nessuno pensava di divertirsi così tanto: il delirio di onnipotenza del regista ormai sfiora l'inverosimile. Ne esce un filmetto che intorno alla ninfomania della protagonista si propone di costruire un'enciclopedia dell'essere umano
Domenica peccaminosa in compagnia del danese Lars Von Trier, che dopo la sessione fotografica si defila dalla conferenza stampa. Indossava una maglietta nera con la palma di Cannes e la scritta “Persona Non Grata”: così fu definito nel 2011 dal festival francese, venendo espulso per via di alcune sue dichiarazioni bollate come filonaziste, in occasione della presentazione di Melancholia.
Con Von Trier arrivano i primi applausi sonori di questa 64° Berlinale, grazie alla piacevole sorpresa che Nymphomaniac ha riservato agli spettatori. Nessuno pensava di divertirsi così tanto, perchè il regista sullo sfondo della storia, che ruota intorno al persnaggio di una ninfomane, costruisce un dialogo assurdo tra due personaggi improbabili, utili ad allentare la tensione erotica: un modo per fare da contraltare al rischio di uno scivolone nel pornografico tout court.
Il film dura, nella versione “breve”, quasi due ore e mezza. Che però non si sentono proprio. Anzi, quando finisce si resta con una gran voglia di vedere il seguito. Anche l’edizione corta non si risparmia in quanto a cunnilingus, primi piani vaginali, particolari pelvici, ma il tutto è incastonato in un contesto talmente surreale da perdere la connotazione più strettamente fisica, per entrare nell’ antropologico, nel sociologico, nell’eziologico. Per di più, con il continuo intervento ludico di citazioni letterarie, filosofiche, favolistiche, illustrative. In fondo è questo che più colpisce: l’atteggiamento infantile del regista, che ha una grande idea e vorrebbe enciclopedizzarla. Si tratta di una versione di Von Trier un po’ greenawayana, ma meno greve rispetto al regista inglese. Anzi, un po’ superficiale. Perchè con la volontà di metterci un po’ di tutte le nozioni possibili, questo ptimo capitolo di Nymphomaniac prende l’aspetto del sussidiario. Sarà per questo che il film funziona. Che diverte. Che comunque dissacra. E lo fa in una maniera veramente e piacevolmente scoretta.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati