Archivi, terre da esplorare

L’America degli anni ’50 e ’60 nel remix fotografico di Simone Bergantini. Succede alla Jarach Gallery di Venezia, fino a fine luglio. Un lavoro che parte da un archivio, e arriva lontano, lontanissimo.

Simone Bergantini (Velletri, 1977; vive a Torino) aveva un sogno, di quelli che si realizzano con tenacia: acquisire un archivio fotografico. Non per compilare repertori o elaborare filologie. L’approccio è diverso: usarli, quegli archivi, interpretarli, forzarli, come Warburg con la sua biblioteca. Ce l’ha fatta, l’ha trovato a New York. Poi ci ha lavorato, a lungo, e si vede. Due parti d’un medesimo lavoro ora si fronteggiano. I fari illuminano ritratti in bianco e nero, con volti sovrapposti, distorti alla Bacon. Per un’identità fluida, a rischio schizofrenia. Altre luci disorientano la parete opposta: sono scentrate, magari di pochi centimetri, per ingannare lo sguardo. Che vaga su foto di misure diverse, al contrario di quanto avviene di fronte, e su situazioni variegate. Come il ritratto di famiglia con televisore. That was America. That’s world.

Marco Enrico Giacomelli

Il testo di Gianluca Marziani che accompagna la mostra

Venezia // fino al 30 luglio 2011
Simone Bergantini – American Standard (Remix)
www.jarachgallery.com

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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