Al via la Biennale di Marrakech. Quattro sezioni, per diverse location urbane: arti visive e sonore, letteratura, cinema e video, performance. E tra i progetti speciali c’è anche un po’ d’Italia

Spegne dieci candeline la Biennale di Marrakech. Cinque edizioni di successo che ne hanno fatto uno degli appuntamenti con le arti contemporanee più interessanti per l’area del Mediterraneo, in un momento in cui la metropoli marocchina si conferma centro strategico per il Nord Africa, dal punto di vista dei fermenti politici e culturali. Where are […]

Spegne dieci candeline la Biennale di Marrakech. Cinque edizioni di successo che ne hanno fatto uno degli appuntamenti con le arti contemporanee più interessanti per l’area del Mediterraneo, in un momento in cui la metropoli marocchina si conferma centro strategico per il Nord Africa, dal punto di vista dei fermenti politici e culturali.
Where are we now? è il titolo di questa edizione, in programma dal 26 febbraio al 31 marzo 2014, con una struttura articolata in quattro sezioni, curate da quattro figure diverse. “Visual Art & Sound”, affidata a Hicham Khalidi, curatore di origini olandesi e marocchine,  vede insieme 43 artisti internazionali, quasi tutti presenti con installazioni site specific ispirate a luoghi caratteristici della città; per la sezione “Letteratura” lo scrittore e autore di teatro marocchino Driss Ksikes ha ideato un calendario di tavole rotonde e lecture, con cui avvicinare le arti performative a quelle della narrazione; “Cinema & Video” si concentra sulla produzione contemporanea del Nord Africa, in dialogo con quella di altre regioni africane, in particolare dell’Africa sub-sahariana e del Medio Oriente: responsabile è Jamal Abdenassar, fondatore del pionieristico progetto CasaProjecta di Casablanca (oltre che del Festimode fashion week), serie di rendez-vous con dibattiti, incontri, screening di cortometraggi, film sperimentali, animazione e videoarte. In Biennale esperienze come questa saranno di riferimento per la creazione di un amalgama tra cinema, arti visive, video installazioni.
E infine la sezione dedicata allo spettacolo, dal teatro alla performance, a cura di Khalid Thamer, ideatore del festival di Marrakech Alwaln’art: anche in questo caso sono coinvolte diverse location urbane, nel tentativo di operare un ragionamento sullo spazio pubblico, attraverso azioni ed interventi artistici che rileggono il territorio e le relazioni che lo connotano. Sempre forte il tema dell’identità locale e della specificità culturale, che passa per lo sguardo nativo e per quello straniero, in un dialogo fitto fra tradizione e ricerca contemporanea, fra appartenenza e scoperta.

Biennale di Marrakech

Tra le molte attività collaterali e gli special project, anche un paio di importanti presenze italiane. Durante i giorni della Biennale la Fondazione Dar Bellarj ospita una mostra legata al progetto Atla(s)now, il lungo percorso di residenze e azioni sul territorio dell’Atlas ideato e condotto da Angelo Bellobono, insieme ad Alessandro Facente e alcuni artisti italiani ed internazionali; in parallelo, un art-bus accompagnerà i visitatori attraverso il museo diffuso realizzato in questi anni da Atla(s)now, nei villaggi ai piedi del monte Toubkal. Sono invece a cura di Paolo Cascone e dell’associazione partenopea Urban FabLab i workshop di African Fabbers, progetto non profit di taglio socio-culturale: prima tappa a Marrakech, in attesa di raggiungere anche la Biennale di Dakar, per un programma di formazione rivolto alle comunità di maker, creativi, artigiani e studenti africani ed europei, alla scoperta di nuove tecnologie e tradizioni artigianali locali.

– Helga Marsala

www.marrakechbiennale.org

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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