L’avanzata dell’armata cinese. China Poly Auction sbarca in borsa, e lancia la sfida a Christie’s e Sotheby’s sul mercato globale delle aste d’arte
Con un giro d’affari annuale di oltre un miliardo di dollari, China Poly Auction, la terza casa d’aste più potente al mondo, a partire da marzo debutterà in Borsa. La casa d’aste fa parte del China Poly Group, un conglomerato statale con stretti legami militari e con la famiglia di Deng Xiaoping, nato per la […]
Con un giro d’affari annuale di oltre un miliardo di dollari, China Poly Auction, la terza casa d’aste più potente al mondo, a partire da marzo debutterà in Borsa. La casa d’aste fa parte del China Poly Group, un conglomerato statale con stretti legami militari e con la famiglia di Deng Xiaoping, nato per la vendita di armi per l’Esercito di Liberazione del Popolo e in seguito espanso nello sviluppo immobiliare, la vendita di auto sportive e la produzione di sitcom televisive. Tra le sue divisioni, Poly Culture Group Corporation – dedicata al settore culturale comprendente la casa d’asta – ha programmato l’inizio delle negoziazioni alla Borsa di Hong Kong per il 6 marzo, mentre l’offerta pubblica iniziale verrà stabilita il 28 febbraio. La società statale ha già iniziato a prendere ordini dagli investitori la scorsa settimana, vendendo 77.8 milioni di azioni per 3.6-4.2 dollari ciascuna. Il gruppo cinese manterrà il 67% delle azioni di Poly Culture Group Corporation.
Questa prima azione pubblica potrebbe far aumentare il capitale della società di $330 milioni e rafforzare la sua presenza internazionale. L’intera divisione culturale negli ultimi 10 mesi ha registrato profitti pari a $51 milioni, con la gestione di sale cinematografiche, teatri, produzione cinematografica e televisiva, vendite all’asta. Anche la Poly Real Estate Group, la divisione immobiliare del gruppo, è già quotata pubblicamente.
Poly Auction è stata al centro di numerose polemiche a causa del sostegno statale di cui gode, considerato un ostacolo per i promotori di una regolamentazione più cristallina nel mercato dell’arte cinese e di una maggiore libertà di movimentazione di reliquie dentro e fuori il paese. Inoltre, Poly ha registrato un incremento di acquirenti che non pagano i lotti aggiudicati alle aste, un problema persistente nel mercato cinese fin dal suo boom.
Anche un’altra divisione del gruppo cinese è stata al cento di importanti questioni internazionali: l’anno scorso gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro Poly Technologies, accusata di aver violato la politica di non espansione per controllare il traffico di armi con Iran, Siria e Corea del Nord. Con la nuova mossa in Borsa, Poly Auction non solo mira ad essere leader incontrastata in Cina, ma anche a livello internazionale. Ricordiamo che l’anno scorso ha inaugurato le aste anche ad Hong Kong, roccaforte occidentale nel cuore dell’Asia, e aperto un ufficio a New York per intercettare opere e oggetti provenienti dalle collezioni americane.
– Martina Gambillara
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati