Il film The Nature of the self, girato da Laurent Montaron (Verneuil-sur-Avre, 1972; vive a Parigi) durante la residenza del 2013 presso Villa Medici, riflette su ciò che vediamo in stretta relazione con l’identità e la nostra conoscenza di questa. Le due foto Everything we see could be something else ed Everything we can describe could be something else rendono visibile le mani dell’artista durante la realizzazione dei suoni, colonna sonora del film, realizzati con un sintetizzatore degli Anni Settanta. Dall’altra parte, How can one hide from that which never sets?, una teca divisa all’interno in due parti uguali mediante uno specchio inserito obliquamente, realizzato dall’artista con un’antica tecnica. Lo spettatore, solo se posto frontalmente e al centro, potrà specchiarsi, altrimenti vedrà solo ciò che lo circonda. I lavori in mostra innescano una riflessione sui meccanismi propri e sottesi alla visione di un’immagine, e di quella che si ha di se stessi.
Martina Adami
Roma // fino al 10 maggio 2014
Laurent Montaron – Everything we see could be something else
MONITOR
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