Vista la difficile situazione italiana, un libro come La società generosa appare come una vera e propria provocazione. Perché questa pubblicazione?
Si è scritto e parlato molto in passato del dono, molto poco o quasi nulla sulla generosità, che è all’origine del dono. Così abbiamo scelto, Martina Reolon ed io, di affrontare il fenomeno non considerando l’oggetto ma il processo, non il dato tangibile ma le motivazioni che stanno all’origine. E così abbiamo scoperto che esistono nelle società contemporanee molti doni interessati, cioè pseudo-doni, che gravitano ancora nell’area dello scambio bilanciato e calcolato. Mentre, al contrario, esiste un silenzio impressionante sulla generosità.
La tesi fondamentale del libro è che a formare la società e a instaurare i legami sociali tra le persone non concorrono tanto le leggi dello Stato o gli scambi economici basati sull’interesse, quanto la rete capillare e inclusiva dei micro-atti di generosità tra le persone. Fra Stato, mercato e generosità, è quest’ultima in realtà a creare il vero collante tra le persone e a costituire le fondamenta della società. Questo significa che, molto più che le culture competitive, sono i comportamenti collaborativi, solidali e generosi che fanno la società.
Dall’Italia culla della cultura a un paese che ha perso il senso della necessità dell’arte come parte della propria identità: qual è il ruolo della filantropia in questo contesto e le tesi centrali del libro?
Esiste un profondo e radicato rapporto tra generosità e creatività. La creatività stessa nasce, a mio parere, all’interno di una mente generosa perché la produzione intellettuale, o artistica e scientifica, trova un terreno fertile nell’apertura al nuovo e all’altro che sono tipiche della mente generosa. Se poi analizziamo la produttività dei gruppi di lavoro tra persone creative, notiamo che i team vincenti sotto il profilo della creatività sono quelli dove esiste un franco e disinteressato scambio di idee e un mutuo rinforzo cognitivo. Creatività e generosità vanno a braccetto.
Se poi vediamo le cose sotto un altro punto di vista, da quello della filantropia, allora dobbiamo constatare che il sostegno alla cultura e all’arte, oltre che alla scienza, che deriva dalla filantropia è un fenomeno tutt’altro che trascurabile. Non solo la filantropia finanzia la cultura, ma può stimolare la crescita di un ambiente sociale favorevole ad essa. E lo fa, credo, proprio fornendo e sollecitando esempi di generosità diretti alla crescita della cultura nella società civile.
La filantropia può costituire un rischio e, se sì, quando?
Quando trasforma l’atto di generosità in un atto di subordinazione e di dipendenza. Ma in questo caso dobbiamo pensare che la responsabilità non è solo della filantropia ma anche di coloro che ad essa ricorrono senza costruire la propria sostenibilità nel tempo.
Nuove linee strategiche di Fondazione Cariplo a favore di arte e cultura: cosa cambia e perché?
Le nuove linee strategiche si focalizzano sul welfare di comunità, sulla crescita dei giovani e sul benessere e dignità della persona nella società. La cultura, in tutte e tre queste linee, non è elemento marginale ma asse portante. Credo che lo stesso benessere della persona all’interno della propria comunità, nelle diverse fasi della vita, passi attraverso il coinvolgimento e la crescita culturale. Purtroppo siamo abituali a immaginare la cultura come bagaglio mnemonico di nozioni. In realtà la cultura è la nostra storia fatta di esperienze anche dolorose, apprendimenti maturati dai successi, espansione degli orizzonti, sviluppo di nuove domande, sostegno e promozione della curiosità, inclusione del nuovo, creatività. E, quindi, in fondo, siamo ritornati alla generosità inclusiva dell’altro.
Fondazioni e mecenati a confronto ovvero le due facce della generosità: il suo commento?
Entrambi sono utili e svolgono un lavoro davvero importante. Le fondazioni lo sono perché hanno per statuto e missione il sostegno allo sviluppo della cultura, dell’arte e della scienza. Rappresentano perciò un esempio di generosità istituzionale finalizzata alla crescita delle loro comunità. I mecenati hanno un ruolo meraviglioso: sono come stelle brillanti nella società, perché sono l’esempio di singoli individui che spendono il loro denaro per far crescere la cultura e spontaneamente tracciano quindi una via verso una società più generosa e più libera.
Elisa Bortoluzzi Dubach
Pier Mario Vello & Martina Reolon – La società generosa
Feltrinelli, Milano 2014
Pagg. 254, € 12
ISBN 9788850332915
www.feltrinellieditore.it
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