Un nome e un cognome per i grandi edifici romani del Novecento. Parte l’iniziativa “Targa d’autore”, che assegna alle architetture le firme dei progettisti. Dal Palazzo delle Poste di Mario Ridolfi all’Auditroum di Renzo Piano

Ristabilire e valorizzare l’autorialità dei grandi edifici architettonici romani del Novecento. È questa la missione del progetto “Targa d’autore”, nato all’interno di un più ampio processo culturale legato al Diritto d’Autore e alla tutela della Proprietà intellettuale degli architetti moderni e contemporanei: a farsene carico, in questi anni, è stato l’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia, insieme […]

Ristabilire e valorizzare l’autorialità dei grandi edifici architettonici romani del Novecento. È questa la missione del progetto “Targa d’autore”, nato all’interno di un più ampio processo culturale legato al Diritto d’Autore e alla tutela della Proprietà intellettuale degli architetti moderni e contemporanei: a farsene carico, in questi anni, è stato l’Ordine degli Architetti di Roma e Provincia, insieme al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, con l’ideazione dall’architetto Valentina Piscitelli, affiancata dal collega Damiano Minozzi e dall’avvocato Pietro Ilardi.
Un atto dovuto, apparentemente solo un’attenzione di tipo formale, che in realtà restituisce il giusto spazio e il giusto tributo anche ai più importanti autori che, nell’ultimo secolo, hanno regalato alla Capitale architetture di pregio, spesso veri e propri simboli della città. Una targa, col nome del progettista avrà il suo posto  su ognuno dei palazzi individuati, come la firma di un artista sulla sua opera. Incancellabile, nel tempo, quasi a incidere una grande mappa degli autori, scritta per sempre sul tessuto urbano.
Martedì 1 aprile, alle 10, una cerimonia ufficiale darà il via al programma, con la prima Targa assegnata: si tratta del Palazzo delle Poste di Piazza Bologna, realizzato nel 1935 a seguito di un concorso vinto dall’architetto Mario Ridolfi. Seguiranno, con cadenza mensile, altre tre targhe, per poi completare, via via, tutto il piano.

L’Auditorium di Renzo Piano

L’Auditorium di Renzo Piano

Lunga la lista, con ventotto palazzi selezionati, che vanno dal Monumento ai martiri delle Fosse Ardeatine alla La Rinascente di piazza Fiume, passando per le Palazzine al Circo Massimo, il Palazzetto dello Sport di piazza Apollodoro o lo Stadio Flaminio, fino ad arrivare ad architetture più recenti, come l’Auditorium “Parco della Musica” di Renzo Piano e la Chiesa Dives in Misericordia a Tor Tre  Teste, disegnata da Richard Meier. Una lista non esaustiva, certamente, da non intendersi come una graduatoria di merito, ma come prima tappa di un percorso lungo, da portare avanti insieme all’Amministrazione Comunale. Un modo per difendere e rispettare la dimensione intellettuale che sta dietro al complesso lavoro dell’architetto, ma anche per sottolineare, ancora una volta, l’importanza della tutela e della conoscenza per un patrimonio monumentale contempopraneo, troppo spesso sottovalutato, se non consegnato all’abbandono.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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