Christie’s prolunga l’art week milanese. A Palazzo Clerici due giorni di aste tutte italiane, fra Lucio Fontana, Alberto Burri, Enrico Castellani e Piero Manzoni
Riflettori puntati ancora su Milano in questa prima settimana di aprile. Sponsor della grande retrospettiva dedicata a Piero Manzoni inaugurata a Palazzo Reale il 26 marzo, Christie’s prolungherà l’Art Week milanese con le sue aste di Milan Modern and Contemporary del 2 e 3 aprile a Palazzo Clerici. Vendite dedicate all’arte italiana del Novecento dall’Arte […]
Riflettori puntati ancora su Milano in questa prima settimana di aprile. Sponsor della grande retrospettiva dedicata a Piero Manzoni inaugurata a Palazzo Reale il 26 marzo, Christie’s prolungherà l’Art Week milanese con le sue aste di Milan Modern and Contemporary del 2 e 3 aprile a Palazzo Clerici. Vendite dedicate all’arte italiana del Novecento dall’Arte Informale all’Arte del Secondo Dopoguerra, Arte Povera, nonché classici moderni e opere futuriste, provenienti da prestigiose collezioni private italiane ed offerte in asta per la prima volta. L’interesse verso l’arte italiana non è mai stato così acceso a livello internazionale: ricordiamo i clamorosi record registrati lo scorso autunno a Londra con le Italian sales, fino alla grande vendita di opere di Arte Povera di febbraio provenienti da una collezione italiana.
L’asta è guidata da un Concetto Spaziale, Attese del 1964-65 di Lucio Fontana, stimato fra 700mila e 1 milione di euro, seguito da un altro grande protagonista, Alberto Burri, con due dipinti della serie delle Muffe, stimati €500–700mila e €300–400mila, due di un corpus di 27 opere con cui l’artista sperimentò nuovi materiali, quali stoffa, juta e pietra pomice. Lavori molto rari e significativi nel percorso artistico di Burri, che arricchisce la tavolozza dei primi lavori realizzando superfici fortemente materiche e complesse che rievocano elementi organici. Proveniente da una collezione italiana, c’è una Superficie Bianca del 1967 di Enrico Castellani, stimata €300-500mila; e poi un Achrome di Piero Manzoni del 1960 (stima €120-180mila), uno dei rari esempi in polistirolo e fosforo inorganico, che rende il lavoro incandescente al buio sui toni del verde.
Sempre nell’ambito dell’Arte Povera, un’opera della serie Nudo di Luciano Fabro intitolata Il Nudo Spettatore – di cui un esemplare in marmo è stato recentemente venduto a febbraio a Londra -, dove l’artista presenta una forma monolitica, straordinariamente essenziale, che evoca una forma umana, in questo caso appoggiata su una balaustra (stima €60-90mila). L’artista decide di appoggiare l’elemento “corporeo” su una balaustra, scegliendo non solo di forzare i limiti spaziali ma al contempo di evocare stati d’animo legati all’attesa e alla sospensione, come suggerisce anche il titolo. Di Giulio Paolini, Empedocle, uno specchio a forma circolare posato a terra su un tessuto dorato che ne incornicia i bordi, restituisce l’immagine del calco in gesso di un piede capovolto applicato al soffitto, provocando un rimbalzo dello sguardo da una profondità simulata, ma vertiginosa, a un’altezza sopra di noi. Il titolo evoca la nota leggenda, secondo cui il vulcano Etna, dove Empedocle trovò la morte, avrebbe espulso un suo sandalo in una successiva eruzione (stima €45-65mila).
– Martina Gambillara
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