“Adoro gli uomini pelosi, e le tette piccole”. Le cinque leggi del Tracey Emin style: sarebbe stato difficile sopravvivere senza…
Va bene, l’estate il giornalismo tendenzialmente entra in modalità “light”, e un po’ ovunque – anche su Artribune, anzi proprio ora ne state leggendo un esempio! – trovano spazio argomenti disimpegnati, letture agevoli per cervelli surriscaldati, e magari anche qualche famigerato “gossip”. Solo con questo animo si può comprendere l’articolo del Guardian – sì, la […]
Va bene, l’estate il giornalismo tendenzialmente entra in modalità “light”, e un po’ ovunque – anche su Artribune, anzi proprio ora ne state leggendo un esempio! – trovano spazio argomenti disimpegnati, letture agevoli per cervelli surriscaldati, e magari anche qualche famigerato “gossip”.
Solo con questo animo si può comprendere l’articolo del Guardian – sì, la stampa inglese è ancora maestra, in queste cose -, che chiede nientemeno che a Tracey Emin di tracciare le sue cinque ferree regole di stile. La prima? È l’anticonformismo, e non sorprende proprio nessuno, specie se si pensa al “conformismo” di quanti hanno l’abitudinaccia – ogni tanto – di cambiare le lenzuola del letto.
La seconda regola è tricologica: “Mi piacciono le persone pelose, uomini soprattutto, le donne molto meno”. E meno male, ogni tanto un po’ di conformismo ci sta pure bene. Abbigliamento? Classico, camicie e pantaloncini di giorno, mentre di notte spazio a Vivienne Westwood e giacche di Stella McCartney. Make-up limitato a poco rossetto, “un omaggio a mio padre, scomparso, al quale piaceva”. Conclusione esistenzialista: “Le ho ridotte, non sopportavo che mi appesantissero tanto”. E addio alle tette d’artista…
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