Animas lejanas / Almas de distância – Leyla Rodriguez e Jonas Paz-Benavides

Ultima tranche per la rassegna di videoarte latinoamericana ospitata dalla Tenuta dello Scompiglio. Protagoniste di questo weekend di chiusura sono le opere selezionate dal festival peruviano Videobabel. Due delle quali pubblicate, in contemporanea, su Artribune Television

Volge al termine la rassegna di video arte latinoamericana, curata da Fabrizio Pizzuto e Angel Moya Garcia, che tra febbraio e aprile 2014 ha proposto negli spazi della Tenuta dello Scompiglio, a Vorno, in Provincia di Lucca, un catalogo di opere provenienti da quell’area geografica, la maggior parte selezionate da strutture, collettivi e festival, quali il barcellonese Videoakt o il peruviano Videobabel.
Ed è proprio con quest’ultimo che si chiudono, fra il 3 e il 6 aprile, i tre mesi di proiezioni racchiusi sotto al titolo di  Almas lejanas/Almas de distância: una riflessione per immagini sul radicamento, il senso d’appartenenza, il legame con la terra e la cultura d’origine. Da qui, un fluire continuo di memorie, di tracce, di movimenti silenziosi e sentimentali, di perlustrazioni del paesaggio o della storia, di assenze e di presenze, di echi, attese, abbandoni e ricongiungimenti.

The Fruits Electric

The Fruits Electric

Dopo aver celebrato l’apertura della rassegna, pubblicando il video di Cesar Meneghetti che dava inizio alla lunga maratona, condividiamo adesso la fase conclusiva. E lo facciamo con altri due video, scelti tra le molte partecipazioni di Videobabel e riproposti allo Scompiglio. The Fruits Electric è un episodio della serie Isle of Lox, nata dalla collaborazione tra l’artista di Buenos Aires Leyla Rodriguez e il regista rumeno Cristian Straub. Al centro del racconto c’è una giovane donna, approdata, non si sa come né perché, su un’isola incantata: abbigliata in maniera bizzarra, con addosso una specie di abito-scultura, la ragazza vaga dal bagnasciuga, su cui sventolano bandiere fiorate, ai boschi annegati in una luce tersa, tra fumi di nebbia e riflessi abbaglianti. Strani oggetti sbucano qui e là, come corredo onirico di una performance-promenade distorta, mentre si susseguono situazioni surreali, in cui la fanciulla galleggia, precipita, si sdoppia, si perde, fino a raggiungere una misteriosa casa, un po’ grotta e un po’ dimora spettrale.

E se Leyla Rodriguez gioca con la dimensione del sogno, punta al rapporto tra oblio e ricordo Jonas Paz-Benavides, con il suo Une Mémoire. Solo bianco e nero, il suono di un violino che avvolge e stordisce, e la camera che indugia su un vecchio libro abbandonato in riva al mare: l’occhio si muove al ritmo dei flutti, inseguendo il relitto di carta. La schiuma, le onde, la distesa di sabbia, le pagine umide, poi zuppe, infine accartocciate: e il paesaggio si rivela nel lento scomparire dell’oggetto, spinto incontro all’orizzonte dalla furia delle acque. La breve elegia di Benavides canta così il brivido dell’inabissamento, la malinconia della dissoluzione e il desiderio di resistenza. Ricordi che scompaiono, come inchiostro bagnato sul foglio.

Helga Marsala

www.delloscompiglio.org

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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