Burak Delier in UK. Potere, possibilità e arbitrio nel mondo dell’arte
Iniva, Londra - fino al 17 maggio 2014. Libertà di espressione da una parte, aspettative neoliberistiche di chi finanzia l’opera dall’altra. E in mezzo l’artista. Nella fattispecie, il turco Burak Delier, alla prima personale britannica.
Nella sua prima mostra solista a Londra, Burak Delier (Istanbul, 1977) si chiede cosa sia la libertà e quali sono i mezzi per ottenerla. L’artista turco, fortemente traumatizzato dalle proteste del movimento Occupy New York nel 2011 e dai tumulti di Gezi Park e Tahrir Square nel 2013, traspone nell’installazione l’approccio del libero arbitrio in quest’era capitalistica e lo critica in due parti separate. La prima prende in considerazione la pratica dell’arte sotto il suo aspetto finanziario. Qui le opere di Delier catturano il disagio dell’artista attraverso una serie di selfie video (Notes from my Mobile). Oppure portano a galla l’intricato processo della vendita da cui dipendono il futuro sia dell’artista che del finanziatore (The Deal); piuttosto che l’aspetto della gratificazione (Collector’s Wish). La seconda parte si concentra sulle emozioni e su come queste ultime complichino e distorcano la nostra percezione (Songs of the Possessed). Anche l’ambiente lavorativo esercita un impatto sul nostro corpo e sulle nostre scelte (Crisis and Control). La miniatura Homage to Balotelli’s Missed Trick, invece, sposta l’attenzione sul ruolo dominante dei mezzi mediatici nel costruire o annientare i simboli della cultura popolare, sottolineando che non si tratta di una semplice formula, perché le parti in gioco non sono solo persone ma anche valori.
Delier Burak è il primo vincitore del Fondo Iniva, ideato con lo scopo di dare agli artisti l’opportunità di esprimersi senza vincoli. Si trova un certo piacere a scoprire il significato nascosto delle opere di Delier, specialmente perché sono permeate di ambiguità e di vari strati di verità. Si respirano chiaramente le radici turche dell’artista e la rapida ascesa di questo Paese nel settore economico così come in quello dell’arte contemporanea. La possibilità di una relazione autentica fra l’artista e le sue opere è negata e manipolata da una serie di poteri e interessi che vanno al di là dello stesso prodotto artistico. “Per fare qualcosa, qualsiasi cosa, bisogna assumersi responsabilità, bisogna improvvisare e sperimentare”: così Delier, mettendo in discussione le strutture socio-culturali, pizzica ripetutamente lo spettatore e cerca di provocarne una reazione.
La mostra è un intelligente sandwich di opere che si districano su tre piani fra video, poesie, pitture e fotografie. Inoltre, nel piano centrale troviamo un’esposizione nell’esposizione. L’Iniva ha collaborato con gli studenti del corso fotografico della Westminster University, e gli allievi hanno reagito alla mostra di Delier e fornito una personale lettura del paradosso tra capitalismo e arte (On Borrowed Times).
Il tutto rende la mostra un’esperienza completa per riflettere sul potere economico, capitalista e culturale presente nella nostra società; una riflessione ironica e bilanciata. “Senza l’umorismo, non solo l’arte è noiosa, ma anche la vita comincia a diventare insopportabile. Penso che l’umorismo sia l’arma migliore contro il potere e il capitalismo. Non servirà a cambiare le cose, ma sicuramente aiuta a salvare le nostre anime, e questo è già un traguardo”. Parola di Burak Delier.
Daniela Amolini
Londra – fino al 17 maggio 2014
Burak Delier – Freedom has no script
INIVA – INSTITUTE OF INTERNATIONAL VISUAL ARTS
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