La campagna di Russia. Architetture italiane a Mosca e dintorni
È da anni non sospetti che gli architetti italiani si recano in Russia, dove sono riconosciuti e apprezzati. Anche oggi gli scambi sono frequenti e vanno da progetti giganteschi ad altri di proporzioni più contenute. La panoramica di Luigi Prestinenza Puglisi.
Francesco Bartolomeo Rastrelli, nato nel 1700 e morto nel 1771, realizzò in stile tardo barocco europeo il Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo e il Palazzo di Caterina a Tsarskoe Selo. Karl Ivanovic Rossi nacque a Napoli nel 1775 e morì a San Pietroburgo nel 1849. A lui è dovuto il sistema di complessi, piazze e strade del centro di San Pietroburgo. Giacomo Quarenghi nacque a Capiatone nel 1744. Andò in Russia nel 1779, scelto dal barone Grimm, ministro di Caterina II di Russia. Nel 1781 edificò il Palazzo Inglese a Peterhof e a San Pietroburgo il Palazzo Berborodko, il Collegio degli Affari Esteri, la Banca di Stato, l’Accademia delle Scienze, il Teatro dell’Ermitage e il Palazzo Vitingov. Questo per dire che è da anni non sospetti che gli architetti italiani si recano in Russia, dove sono riconosciuti e apprezzati. Anche oggi gli scambi sono frequenti e vanno da progetti giganteschi ad altri di proporzioni più contenute.
Globe Town è per esempio una città ecosostenibile, progettata da Dante Oscar Benini, destinata a sorgere nel cuore della regione del Volga, con servizi e trasporti pubblici efficienti, case e uffici orientati per sfruttare al massimo i raggi del Sole. Ospiterà 500mila abitanti e comporterà un investimento di 100 miliardi di euro, sempre che al progetto, da un paio di anni in stand by, si vorrà dare seguito.
Progetti molto visibili, sul piano dell’immagine, sono firmati da un altro studio milanese, Piùarch, attivo a Mosca, San Pietroburgo, Sochi e Gelenjik. Nel centro storico di San Pietroburgo, a due passi dall’Ermitage e dalla Prospettiva Nevsky, ad esempio, ha realizzato il business center Quattro Corti, in un’area di 5.000 mq. Si tratta di un edificio di sei piani con una metratura di 23.500 mq destinato a uffici, a un boutique hotel e a Mansarda, ristorante del gruppo Ginza Project, all’ultimo piano e con vista sulla cattedrale di Sant’Isacco.
C’è anche chi alla Russia pensa come a un potenziale mercato per piazzare gli architetti italiani in eccesso. Il giovane Giacomo Infelise, classe 1985, ha lanciato ArchinRussia, un progetto internazionale per inserire progettisti stranieri nel mercato della Federazione: “Non è solo una questione di guadagni: la vera differenza consiste nel fatto che, mentre in Italia si lotta per accaparrarsi i pochi progetti che ci sono, in Russia i lavori sono veramente tanti”. In Russia, infatti, ci sono tre architetti ogni 10mila abitanti, in Italia quasi tre ogni 1.000.
Luigi Prestinenza Puglisi
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #18
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