Ferie serene per un mercato dell’arte rinfrancato? Non tanto, se sul Regno Unito pende il rischio Droit de Suite…
La forza del mercato dell’arte confermata nelle ultime aste di luglio a Londra, che hanno riguadagnato pienamente le cifre pre-crisi, rischia di trovare una battuta d’arresto per questioni legislative. La ripresa del mercato potrebbe infatti vacillare al pensiero che l’Unione Europea possa come previsto implementare il Droit de Suite nel Regno Unito. Nato in Francia […]
La forza del mercato dell’arte confermata nelle ultime aste di luglio a Londra, che hanno riguadagnato pienamente le cifre pre-crisi, rischia di trovare una battuta d’arresto per questioni legislative. La ripresa del mercato potrebbe infatti vacillare al pensiero che l’Unione Europea possa come previsto implementare il Droit de Suite nel Regno Unito.
Nato in Francia nel 1920, il Diritto di Seguito è parzialmente applicato in UK dal 2006. La prima parte della normativa si applica solamente agli artisti europei viventi. Il disegno dell’UE prevede ora l’applicazione anche al Regno Unito della parte seconda del testo, attualmente in vigore solo nel continente europeo. Si tratterebbe di una tassa sulle vendite delle opere di artisti europei deceduti negli ultimi 70 anni: se fosse stato già in vigore, nelle ultime aste si sarebbe applicata alle opere di Picasso, Bacon, Polke, Fontana e Mirò.
L’ introduzione da parte dell’Unione Europea è prevista dal primo gennaio 2012, e il Regno Unito le sta tentando tutte per far cambiare idea a Bruxelles. Per far ciò è stata creata una consulta comunitaria, anche se è difficile dire se riuscirà a evitare l’introduzione, quanto piuttosto a proporre modifiche nell’applicazione: una possibilità prevede la suddivisione della tassa tra compratore e venditore. Anche la Francia sostiene l’isola d’oltremanica, nell’interesse dell’intero mercato europeo. Christie’s in Francia ha vinto una battaglia legale e ora può contrattualmente obbligare il compratore a pagare la tassa. Cosa potrebbe accadere alle vendite nel Regno Unito? Che ne sarà della sua medaglia di bronzo mondiale?
– Martina Gambillara
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