Il museo è mio, sul direttore decido io. Scontro aperto sul MOCA Miami: la città vuole imporre un nome, il board resiste…
Il Comune è proprietario dell’edificio in cui ha sede il museo, e quindi pretende di imporre un direttore di suo gradimento. Il Consiglio del museo non ci sta, e difende la propria scelta di nominare a interim il capo curatore, dopo le dimissioni del direttore. E il comune che fa? Minaccia di svuotare il museo […]
Il Comune è proprietario dell’edificio in cui ha sede il museo, e quindi pretende di imporre un direttore di suo gradimento. Il Consiglio del museo non ci sta, e difende la propria scelta di nominare a interim il capo curatore, dopo le dimissioni del direttore. E il comune che fa? Minaccia di svuotare il museo e trasferire le raccolte in un altro spazio. Situazioni tipiche di un’Italia che non riesce a lasciarsi alle spalle liturgie viziose giocate su equilibrismi politici e opportunismi di potere? Probabilmente sì, eppure stavolta non siamo in Italia: ma nella modernissima, apertissima ed ecumenica Miami.
I fatti? Il museo in questione è nientemeno che il prestigiosissimo MOCA Miami, struttura che negli ultimi anni – solo per citare qualcuno – ha ospitato artisti del calibro di Tracey Emin, Bill Viola, Ed Ruscha, Ragnar Kjartansson. Dopo le dimissioni dello storico direttore Bonnie Clearwater, chiamata alla guida del Museum of Art di Fort Lauderdale, il board del museo di North Miami aveva infatti assegnato ad interim il ruolo al capo curatore Alex Gartenfeld, in attesa di decidere sul da farsi, magari tramite un concorso. Ma i rapporti con i “padroni di casa”, ovvero l’amministrazione municipale, si sono via via deteriorati, tanto che il consiglio starebbe lavorando per trovare una diversa sede.
Improvvisamente, però, è arrivata l’imposizione dall’alto: un nuovo direttore di nomina unilaterale, ovvero Babacar M’Bow, caporedattore dell’Encyclopedia of the African Diaspora e fondatore di una galleria d’arte a Little Haiti. Un personaggio dal background museale tutto da creare, la cui indicazione ha trovato la decisa opposizione del board del MOCA, che ha citato in giudizio la città, confermando la sua fiducia a Gartenfeld. La risposta degli amministratori? In prima battuta una richiesta di azzerare il board e nominare nuovi consiglieri; e – se la situazione non si sbloccherà – la minaccia di spostare le raccolte del MOCA al Bass Museum of Art di Miami Beach. E lo scontro continua…
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