Ventotto opere digitali di Andy Warhol recuperate da un vecchio floppy disk. Archeologia tecnologica contemporanea
La collaborazione di Andy Warhol con Amiga era nota. L’artista americano era infatti stato chiamato dalla Commodore International, nel lontano 1985, per sperimentare le capacità grafiche dell’allora nuovissimo personal computer Amiga 1000. Di quell’incontro, finora, era rimasto soltanto un video, disponibile anche su Youtube, che mostrava Warhol, armato di solo mouse, cimentarsi in un ritratto […]
La collaborazione di Andy Warhol con Amiga era nota. L’artista americano era infatti stato chiamato dalla Commodore International, nel lontano 1985, per sperimentare le capacità grafiche dell’allora nuovissimo personal computer Amiga 1000. Di quell’incontro, finora, era rimasto soltanto un video, disponibile anche su Youtube, che mostrava Warhol, armato di solo mouse, cimentarsi in un ritratto della cantante Debbie Harry durante la presentazione del prodotto. Ed è stato proprio questo breve video che ha spinto l’artista Cory Arcangel, che si definisce “un fanatico di Warhol e un nerd dei computer da sempre“, a mettersi alla ricerca dei lavori digitali perduti del maestro della Pop Art.
Aiutato da un team di curatori, ricercatori e colleghi artisti (tra cui Golan Levin) e supportato dalla sapienza informatica del CMC Computer Club, associazione di studenti esperti in retrocomputing e restauro di vecchi videogiochi, Arcangel ha portato a termine con successo la sua impresa archeologica digitale. Da alcuni vecchi floppy disk sono state infatti estratte 28 immagini digitali inedite. I risultati di questa incredibile esperienza verranno presentati il prossimo 10 maggio in un incontro presso la Carnegie Hall di Pittsburgh durante il quale verrà proiettato un cortometraggio seguito da una tavola rotonda con tutti i protagonisti dell’impresa.
– Valentina Tanni
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