L’occasione, che occasione
Torna in grande spolvero il mitico "Stralcio di prova". Ovvero: libri di narrativa che con l'arte (contemporanea) hanno molto a che fare. Vuoi per trama, personaggi, accenni... od occasioni, come in questo caso. Con Antonio Tabucchi, da Artribune Magazine.
Racconti con figure (Sellerio, pagg. 360, 15) di Antonio Tabucchi è una raccolta tematica di scritti d’occasione. Il libro è arricchito da alcuni – pochi, a dire il vero – inediti che possono stuzzicare la curiosità dei fan più sfegatati dello scrittore pisano, che magari i testi già pubblicati son riusciti a procurarseli.
Il problema, se così lo vogliamo chiamare, nasce proprio dalla decontestualizzazione. Prendiamo l’esempio di Vivere o ritrarre, intessuto intorno ad alcuni disegni-ritratti di Tullio Pericoli: il testo è di altissimo livello (così come Tanti saluti, anch’esso “derivato” da opere di Pericoli), ma “descrive” opere che – a parte una – in questa sede non sono riprodotte. Ciò non toglie che sia piacevole farsi scarrozzare in quel movimento pendolare che Tabucchi così delinea nella Presentazione: “Se l’immagine è venuta a provocare la scrittura, la scrittura a sua volta ha condotto quell’immagine altrove”. In un caso, tuttavia, il movimento procede in senso contrario: non è Tabucchi a prendere ispirazione dall’opera d’arte visiva; al contrario, il racconto Una notte indimenticabile ha ispirato Paula Rego, che ne ha tratto un azulejo.
In ogni caso, i toni sono ovviamente differenti, ma lo “stile” Tabucchi è sempre riconoscibile, anche grazie a un’accurata disposizione dei testi, riuniti intorno a movimenti musicali (Adagi, Andanti con brio, Ariette) che sottolineano il carattere sinestetico dell’operazione. Va da sé che di prove non ne mancano, di quelle che testimoniano l’interesse della raccolta per l’amante dell’arte. Eccone una, in forma di acuminato stiletto: “A me queste megamostre non piacciono, mi danno un senso di smarrimento, è come fare un’indigestione, forse un’indigestione di caviale, ma pur sempre un’indigestione”.
E se è vero che prevalgono opere ispiratrici piuttosto classiche quanto a medium, ossia pittoriche, va detto che uno dei racconti migliori, Una lettera ritrovata, parte da un fotografico Autoportrait en noyé (1840 ca.) di Hippolyte Bayard.
Marco Enrico Giacomelli
Antonio Tabucchi – Racconti con figure
Palermo, Sellerio 2011
Pagg. 360, € 15www.sellerio.it
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #1
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