Il formaggio è una di quelle trappole di bon ton su cui le donne temono di inciampare. La mozzarella della pizza che fila e non ci dà scampo: noi continuiamo a masticare con noncuranza ma il filamento non si stacca, e allora il nostro mento scende fino al piatto, le nostre mani sono impegnate a reggere lo spicchio e ruminiamo in pose decisamente poco regali. Idem quando azzanniamo un arancino, un supplì, ma anche un toast al formaggio o un cucchiaio di zuppa di cipolle e formaggio. E che dire di quando ci si trova alle prese con formaggi dall’odore discutibile, talmente forte che pensi come possano mai entrare nella boccuccia di una femmina. Senza considerare quella stupida demonizzazione dei formaggi che ce li fa additare come principali nemici della dieta e della forma fisica snella.
Il tutto sotto gli sguardi di rimprovero delle altre donne. “Mangi formaggi?!”; come dire: “Ma lo sai che fanno ingrassare?!”. La notizia è che si può conservare la propria femminilità pur mangiandoli. E che lo si può fare senza sensi di colpa. E questo messaggio arriva dalla Francia, dove un gruppo di donne gourmand ha fondato il Cercle Officiel des Filles à Fromages, per dimostrare che si può conciliare l’eleganza con la passione per il formaggio.
Si tratta di un vero e proprio movimento innescato dalla rivista Grand Seigneur nel 2012 (e che oggi sta ricevendo una buona dose di attenzione dalla stampa, anche internazionale) a difesa del formaggio, o meglio, dell’essere donna e mangiare formaggio conservando la propria femminilità, nato – neanche a farlo apposta! – attorno a un tavolo del ristorante Les Portes alla Bastiglia davanti a un tagliere di formaggi. Oltre che per l’originalità degli intenti, il movimento ha subito smosso le coscienze delle donne francesi, che in una specie di orgoglio patriottico e femmineo insieme si son dette pronte a godere del gusto dei formaggi senza troppi sensi di colpa. A Parigi si parla di un vero e proprio entusiasmo che sta contagiando le donne, felici di poter finalmente parlare pubblicamente della loro fame di formaggio e del loro amore nei suoi confronti, in un contesto sociale in cui sono ingiustamente e insopportabilmente demonizzati dalle diete salutiste e dimagranti.
Le formaggiofile moderne sono giornaliste, artiste, modelle o donne comuni e si sono fatte ritrarre da Thomas Laisné mentre mangiano di gusto camembert, roquefort o mimolette con pose sensuali e ammiccanti o divertite e ironiche. Gli scatti sono in mostra in mostra fino al 26 aprile alla Milk Factory di Parigi, e intanto le adepte del Circle arrivano da tutte le parti della Francia. Si sa, il mondo femminile si muove in questo modo: una volta superata la barriera del coming out, poi scatta la sorellanza e la voglia di urlare a tutti: “Sì, anch’io mangio formaggio e me ne frego!”.
C’entra sicuramente il patriottismo gastronomico, il moderno femminismo (quello che punta sui temi dell’autoindulgenza e della lotta agli stereotipi), ma anche il gastrofanatismo dilagante. Lo scopo è favorire la cultura del buon formaggio, anche declinato al femminile, il risultato è scoprire il legame emotivo che tante donne hanno con il formaggio (passione, paura, peccato?). E, come per ogni movimento che si rispetti, esiste anche il relativo manifesto: le ragazze dichiarano – nero su bianco – che il formaggio è uno dei piatti più gradevoli dell’universo, la sua personalità colpisce nell’anima e la sua diversità ti porta a viaggiare in mondi lontani. Più che quote rosa, quote di latte.
Martina Liverani
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #18
Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati