Amelie von Wulffen. Guardare e non vedere
Galleria Giò Marconi, Milano - fino al 17 maggio 2014. Negli spazi perfetti della galleria, la tedesca Amelie von Wulffen propone la sua prima personale milanese. Un percorso pittorico agitato, rigoglioso, ma senza alcuna ricerca. Né espressiva né emotiva. Un percorso che necessiterebbe di un moto di disvelamento.
La prima personale milanese di Amelie von Wulffen (Breitenbrunn, 1966) smuove, attraverso arcipelaghi pittorici sovrapposti, un velo posto sul passato. All’apparenza disordinata, carica e retorica, questa mostra necessita di un lungo, lentissimo approccio percettivo per essere considerata come determinante o, al massimo, come un ambito di ricerca e formazione rappresentativa dal tono solipsistico.
Sebbene alcuni dipinti possano essere stati composti in qualità di rievocazione colta di maestri quali Max Beckmann, Gustave Caillebotte e Francisco Goya, l’eccessiva introspezione dei soggetti, la grossolana finitura formale e la malcelata abitudine dell’artista a riempire con estrema fretta il vuoto della tela fanno passare in secondo piano un potenziale utilizzo intelligente e caotico di diversi registri. Tra sedie floreali, dunque, fumetti, illustrazioni per bambini e paesaggi bucolici popolati da frutta e verdura antropomorfa, non resta che cercare di rimanere sospesi, nel bianco puro della galleria, per guardare ben oltre.
Ginevra Bria
Milano // fino al 17 maggio 2014
Amelie Von Wulffen – Am kühlen Tisch
Galleria Giò Marconi
Via Tadino 15
02 2940 4373
[email protected]
www.giomarconi.com
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