Flavio Favelli a Istanbul. Una conversazione critica, al margine di una residenza
Un confronto intorno al lavoro di Favelli, ospitato dall'Istituto Italiano di Cultura a Istanbul. Un’occasione di approfondimento, insieme ad alcune voci della critica italiana, che completa il programma di Anteprima#3, in occasione di una personale in terra turca
Prima una residenza a Istanbul, presso il Palazzo dell’Ambasciatore d’Italia in Turchia; poi una mostra, curata da Vittorio Urbani e allestita nella Main Hall della Galata Rum Okulu, l’antica Scuola Greca di Galata, oggi tramutata in spazio espositivo, già sede della scorsa Biennale di Istanbul. Così, Flavio Favelli, con questa sua prima personale in Turchia, suggella il suo percorso si ricerca e di soggiorno sostenuto dal ciclo Anteprima, programma internazionale promosso dall’associazione AlbumArte, giunto alla sua terza edizione.
Diversi i momenti di confronto tra l’artista, il pubblico e gli addetti ai lavori, messi in cantiere da Anteprima#3. Tra questi, l’appuntamento consumatosi lo scorso 17 maggio, presso il Teatro Casa d’Italia dell’Istituto Italiano di Cultura, insieme a Cristiana Perrella, Paola Ugolini, Anna Mattirolo, direttrice del MAXXI, Vittorio Urbani e Cristina Cobianchi.
Un’occasione per intavolare una riflessione critica intorno alle suggestioni che animano il lavoro dell’artista e che qui hanno trovato, nel confronto con il territorio, il contesto e la tradizione del luogo, una nuova declinazione: dalla carica emotiva, di cui si nutrono il ricordo e la dimensione intima, alla rassicurante banalità degli stereotipi pop, che disseminano l’immaginario collettivo; dall’attaccamento al mondo borghese, domestico, familiare, inzuppato di nostalgia, alla reiterazione di conflitti sotterranei e di cortocircuiti, legati alla propria storia personale o alle dinamiche sociali; dalla decostruzione di spazi abitativi e oggetti del quotidiano, affettuosamente ripercorsi e accuratamente risiginficati, allo straniamento operato a partire dalle architetture urbane, dalle icone del presente, dagli spazi generati in seno alla società dello spettacolo e alla sua connotazione scenica, pubblicitaria, massificata.
In questo video, che alterna agli interventi alcune immagini della mostra, dal titolo Grape Juice, viene documentata l’intera conversazione: cinquanta minuti di input, riflessioni, appunti critici, connessioni, per dischiudere l’universo creativo ed intellettuale di Flavio Favelli.
Helga Marsala
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