Rem Koolhaas e i suoi Elements of Architecture. L’intervista al Padiglione Centrale

La mostra ai Giardini, orchestrata dal curatore, declina il concetto di “Fundamentals” – titolo della Biennale – attraverso quindici elementi strutturali dell’architettura. Un’operazione di catalogazione e ricostruzione storica, sospesa tra memoria e progettualità futura

Ripartire dai fondamentali. Percorrendo l’avventura del pensiero e della pratica architettonica, dissezionata in quindici elementi esatti. Rem Koolhaas imbastisce ai Giardini una mostra enciclopedica, didascalica, tutta teorica, con l’idea di analizzare le evoluzioni di una disciplina antichissima e complessa, in cui si fondono scienza della costruzione, indagine sociologica, creatività, arti decorative, riflessione estetica. Da un tempo in cui gli elementi vivevano nella loro pienezza plastica, funzionale, materiale, così come nell’aura simbolica dell’icona, a un presente progressivamente light e smart, improntato all’iper-tecnologico, all’antimonumentale, al virtuale. Nel mezzo, la storia dell’architettura riassunta in quindici Elements of Architecture, che è anche il titolo della mostra allestita al Padiglione Centrale: pavimenti, pareti, soffitti, tetti, porte, finestre, facciate, balconi, corridoi, camini, servizi, scale, scale mobili, ascensori, rampe.

Biennale Architettura - Padiglione Centrale ai Giardini

Biennale Architettura – Padiglione Centrale ai Giardini

Ad accogliere i visitatori c’è la straordinaria cupola ottagonale affrescata da Galileo Chini nel 1909, a cui viene giustapposto un audace controsoffitto che svela dispositivi tecnici, sistemi di climatizzazione, tubature in acciaio: sorta di ventre meccanico contrapposto al piano ideale e rappresentativo della regale copertura. Dalla bellezza pura alla tecnologia nuda: un esempio di quella dialettica che anima, nel tempo, l’evoluzione dei “Fundamentals”.
La mia ossessione per gli Elementi”, spiega Koolhaas in questo servizio realizzato da Dezeen, “sta tutta nell’asserire che elementi come l’ascensore o la scala mobile non sono stati mai veramente inseriti in nessuna ideologia o teoria dell’architettura. Ora, con i nuovi ibridi digitali, intersezioni digitali, combinazioni digitali, il rischio è che l’architettura sia semplicemente incapace di pensare a tutto il suo repertorio“. Un’operazione di censimento e di salvataggio, dunque. Un freddo lavoro di analisi, ricognizione storica, sezionamento e catalogazione, attraverso cui riconsegnare a una disciplina ormai proiettata verso l’immateriale un patrimonio solido importante, fin qui non codificato con sufficiente rigore.

Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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