Ritorno al Futur(ismo). Ecco il catalogo di Performa 09, biennale newyorkese dedicata alle performing arts
In uscita in questi giorni a New York il libro-catalogo Performa 09: Back to Futurism (Distributed Art Pub Inc – 39.95 dollari), dedicato alla scorsa edizione del perfomance art festival che dal 2005 ogni due anni invade la Grande Mela. Nel pieno dei festeggiamenti per il centenario del Manifesto Futurista di Filippo Tommaso Marinetti, la […]
In uscita in questi giorni a New York il libro-catalogo Performa 09: Back to Futurism (Distributed Art Pub Inc – 39.95 dollari), dedicato alla scorsa edizione del perfomance art festival che dal 2005 ogni due anni invade la Grande Mela. Nel pieno dei festeggiamenti per il centenario del Manifesto Futurista di Filippo Tommaso Marinetti, la terza edizione della Biennale Performa – ambizioso progetto, ideato e curato da RoseLee Goldberg con l’obiettivo di costruire una piattaforma di confronto sul concetto di performance – occupava più di 80 spazi di NYC al grido City of the Future, e ospitava opere di artisti visivi, performer, filmaker, sound artist, graphic designer, danzatori e architetti invitati a riflettere a un secolo di distanza dalle manifestazioni futuriste.
Il denso – e a dirla tutta un po’ caotico – programma di tre settimane, della terza edizione del festival rivive oggi nel libro scritto e curato dalla Goldberg con la prefazione del teorico e saggista americano Irving Sandler. La documentazione dei 150 artisti che hanno animato l’edizione 2009 – tra gli altri Guy Ben-Ner, Candice Breitz, Omer Fast, Dominique Gonzalez-Foerster e Ari Benjamin Meyers, Mike Kelley, Arto Lindsay, Wangechi Mutu, Christian Tomaszewski e Joanna Malinowska, e Yeondoo Jung (ognuno dei quali ha presentato progetti speciali sotto forma di Commissioni tematico-curatoriali), e ancora Keren Cytter, Tacita Dean, Alicia Framis, Loris Gréaud, William Kentridge, e Joan Jonas – le immagini della performance e i ritratti degli artisti realizzati dal fotografo Paula Corte, i testi teorici e le contribuiti dei curatori e sguardi critici sugli spettacoli tentano di incorniciare i lavori all’interno della carriera individuale di ogni artista, non perdendo di vista le tendenze storiche. A detta degli autori del libro “Back to Futurism non è solo il generoso documento di una notevole biennale, ma anche un’insostituibile guida sugli artisti più significativi del nostro tempo, per storici dell’arte e fan”. Sarà vero? Non resta che leggere questo librone di 400 pagine!
– Piersandra Di Matteo
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