De Chirico, Guttuso, Vedova… Arriva a Firenze il Museo Novecento
Sei milioni di euro di investiti dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze in dieci anni, 3.500 mq di superficie pubblica recuperata, fino a 300 opere esposte a rotazione e tre giornate di ingresso libero e gratuito nella prima settimana di apertura. Questo l’identikit del nuovo Museo Novecento, ultimo nato, in pieno centro storico, nella rete Musei Civici Fiorentini.
È una piazza Santa Maria Novella completamente rinnovata quella sulla quale affaccia il nuovo Museo Novecento, finalmente ultimato dopo quasi mezzo secolo di proposte e progetti. Significativi interventi hanno interessato negli ultimi mesi la pavimentazione e gli arredi urbani di uno dei maggiori spazi aperti del centro storico, cambiando il volto di una porzione di città che fa da cerniera tra il cuore turistico e il quartiere nel quale sono insediate le comunità straniere.
Ubicato nell’antico Spedale delle Leopoldine, un complesso risalente al XIII secolo al quale, nel corso del tempo, sono state assegnate varie destinazioni d’uso (ricovero per i pellegrini, nosocomio e quindi edificio scolastico) e a due passi dalla principale stazione ferroviaria di Firenze, il nuovo museo nasce con l’intento di ricomporre un vuoto culturale: offrire alla cittadinanza e ai turisti un’istituzione, pubblica, interamente votata alla presentazione del patrimonio novecentesco delle Raccolte civiche fiorentine, formatesi a partire dalla drammatica alluvione del 1966 grazie all’appello dello studioso e critico d’arte, nonché primo docente di museologia in Italia, Carlo Ludovico Ragghianti.
Curato da Valentina Gensini e da un team di consulenti, esperti in diverse discipline, il Museo Novecento non si inserisce nella categoria delle istituzioni che, proponendo una rassegna di soli (grandi) nomi dell’arte, secondo un determinato criterio, potrebbero essere dislocati a una qualsiasi latitudine. Nel tentativo di oltrepassare questa soglia, il nuovo museo – il percorso espositivo sviluppato in 15 ambienti, cui si uniscono una sala studio, un gabinetto disegni e stampe e una sala per conferenze e proiezioni – dimostra una marcata attenzione verso il territorio nel quale si colloca, indagandolo da molteplici punti di vista. Sebbene non manchi di respiro nazionale, Museo Novecento si candida di fatto a divenire il luogo dove conoscere quelle esperienze simbolo che hanno caratterizzato la scena artistica del capoluogo toscano nel secondo dopoguerra, tra cui l’Architettura Radicale o le sperimentazioni con le quali Antonio Catelani, Daniela di Lorenzo e Carlo Guaita parteciparono alla Biennale di Venezia del 1988.
Il percorso museale nel suo procedere a ritroso, dagli Anni Novanta fino ai primi del Novecento, prospetta al visitatore un continuo salto indietro nel tempo, allargando però costantemente l’orizzonte verso la letteratura, il teatro e altre eccellenze locali, come la musica e la moda, con i due ambiti rispettivamente dedicati al Maggio Fiorentino e alla nascita del fenomeno Pitti.
Nell’allestimento, curato dallo studio fiorentino Avatar, sono stati integrati dispositivi multimediali in nome dell’approfondimento e della personalizzazione della visita individuale, mentre una speciale formula di abbonamento, al costo di dieci euro, permetterà di tornare più volte al museo nell’arco di un anno per prendere parte alle iniziative in calendario. Tra queste, particolare centralità è stata assegnata alle attività di didattica e di avvicinamento dei più piccoli e degli studenti ai movimenti artistici del secolo scorso, come sottolineato dal sindaco e assessore alla cultura, Dario Nardella. Grazie alla partnership con Gioco del Lotto, oltre che in occasione della festività del patrono di Firenze, San Giovanni, martedì 24 giugno, il museo sarà aperto al pubblico gratuitamente anche sabato 28 e domenica 29 giugno; in entrambe le giornate verranno attivati laboratori di intrattenimento per le famiglie e per i giovani (fino a esaurimento posti).
Valentina Silvestrini
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