E adesso anche Luciana Littizzetto fa la curatrice
Inaugura questa sera la mostra “Resilienze 2.0”. Siamo a Palazzo Saluzzo Paesana, a Torino. Dove abbiamo incontrato una co-curatrice d'eccezione, Luciana Littizzetto. Che ad Artribune dichiara: “ Il nostro intento è stimolare i giovani a ripartire”.
Resilienze 2.0 è l’evoluzione di un progetto nato qualche anno fa dalla collaborazione tra Luciana Littizzetto e Caterina Fossati. La formula è semplice: invitare giovani artisti a esporre in una casa, un salotto, in uno spazio adatto al confronto, opere che possano rappresentare la resilienza, quella capacità, cioè, di ricostruirsi restando di fatto sensibili alle opportunità che la vita offre. Un compito non facile che rende la mostra “fatta in casa” solo per modo di dire.
Già nel 2011, con Vieni a prendere un caffè da noi, con Caterina Fossati avevate proposto una selezione di artisti, alcuni dei quali presenti anche in questa mostra, in una casa, quella della curatrice. E Palazzo Saluzzo Paesana è in fondo una grande meravigliosa dimora. A cosa è dovuta questa scelta di “casa dell’arte fruibile”?
La prima mostra è stata in realtà a casa mia, ed era strano ma anche affascinante vedere gente che andava e veniva. Ho trovato anche uno che sbirciava nel mio frigo… ogni volta che ci penso lo trovo davvero molto divertente.
Comunque sì, è stata una scelta, ma anche una contingenza. I grandi musei sono per le grandi mostre. Questa invece tutto sommato è una piccola mostra ed è adatta a un ambiente più intimo, perché Resilienze 2.0 è il racconto di un’emozione, di un senso da trovare, oltre che uno stimolo per i giovani artisti a ripartire. Una riflessione che in una dimensione familiare diventa maggiormente fruibile. Inoltre, durante questa mostra, gli artisti avranno la possibilità di vendere. È un’opportunità utile anche per loro. Uno dei nostri obiettivi è proprio tentare di creare dei momenti di scambio, molto utili in un contesto di così grande incertezza verso il futuro.
La resilienza è in sostanza la capacità di reinventarsi…
Sì, la nostra intenzione è appunto quella di raccontare la resilienza. È un concetto bello, positivo. Siamo in un momento in cui non si respira nessun senso di futuro, la percezione generale è di fine, di impossibilità, di capolinea. Allora volevamo dare un segnale, non di resurrezione, sarebbe esagerato, ma di resilienza sì. Può esserci un futuro, una chance, se li si crea. A volte non tutto prende un verso definito. A volte, ciò che ti aspetti è un movimento di senso, di pensiero. E noi abbiamo bisogno di muoverci, di scoprire. È la “serendipity”, come per il cercatore d’oro dello Sri Lanka che quando trova le piantagioni di tè ne intuisce il business e, anche a dispetto dei dubbi degli altri, coglie l’occasione. La mostra vuol proprio raccontare quella capacità di trovare quello che non stiamo cercando.
Quando ti sei scoperta curatrice?
Non sono un’intenditrice vera, né una critica, assolutamente. Sono più un’appassionata e anche compratrice d’arte moderna. Con Caterina Fossati abbiamo scelto le opere, perché quelli in mostra sono tutti artisti che ci piacciono, naturalmente, ma la vera curatrice è lei: capace, esperta, e non ha paura di sporcarsi le mani. Durante l’allestimento a Palazzo Saluzzo Paesana è stato bellissimo vedere questi ragazzi giovani che lavoravano con passione, e gli altri, studenti e curiosi, a dare una mano. Si entra in sintonia e si fa, si costruisce insieme. È certo però che io con martelli e chiodi non sono proprio brava.
Che posto occupa l’arte nelle tue molteplici attività?
L’arte è il mio hobby, un interesse per cui cerco di ritagliare maggior spazio possibile. Ora non c’è Sanremo o Che tempo che fa, e la fiction [Fuoriclasse, che andrà in onda su Rai 1, N.d.R.] non inizia prima del 17 luglio. Mi sono detta: “È il momento giusto, facciamolo”. E poi l’estate è da rivalutare per le mostre, è proprio il momento in cui si organizzano meno eventi e chi resta in città o i turisti possono avere un’alternativa in più. Avrei già l’itinerario perfetto: prima si va alla mostra dei Preraffaelliti e poi, a piedi, così si fa una bella passeggiata per Torino, si arriva a Palazzo Saluzzo Paesana a vedere un po’ di arte giovane, in un prestigioso palazzo storico, e oltretutto gratis.
Angela Pastore
Torino // fino al 19 settembre 2014
Resilienze 2.0
a cura di Caterina Fossati e Luciana Littizzetto
PALAZZO SALUZZO PAESANA
Via della Consolata 1bis
349 5458021
[email protected]
www.palazzosaluzzopaesana.it
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