Succede a Spoleto
Gianluca Marziani, da un anno alla guida di Palazzo Collicola Arti Visive, ha rivoltato come un calzino la vecchia Galleria Comunale d’arte Moderna: cascate di mostre, nuovi spazi, nuovo sito. E Spoleto si pone come uno dei più vitali laboratori dedicati al contemporaneo in tutto il Centro Italia. Diamo un’occhiata alla programmazione estiva…
Non sembra un caso che Gianluca Marziani sia stato in corsa per la direzione del Macro. La sua gestione di Palazzo Collicola, a Spoleto, somiglia molto a quella che ha caratterizzato l’attività del museo romano nel periodo targato Barbero, orchestrato a suon di mostre multiple. Ecco così che per la stagione primavera/estate 2011 Palazzo Collicola propone una pletora di esposizioni per celebrare la “Prima Primavera” del direttore. Dopo le mostre inaugurate a fine aprile e ormai terminate (Fabrizio Carotti, Marco Agostinelli e il collettivo Artwo), la sessione estiva offre un tris invitante: una selezione di opere della collezione Moncada, i lavori finalisti delle tre edizioni del Premio Terna e, soprattutto, il Padiglione Umbria della Biennale diffusa made in Sgarbi.
La prima proposta segue il filone battezzato Cosmogonia, felicemente inaugurato con la collezione dei coniugi Sciarretta (“patron” della Nomas Foundation): si tratta di una serie di mostre dedicate al collezionismo giovane, dominata da un principio d’integrazione mimetica fra le opere contemporanee e l’arredo del piano nobile del Palazzo. I nomi sono tutti di primo piano (Avedon, Cragg, Kiefer, Twombly, Turrell; c’è persino Picasso, con degli insoliti costumi di scena) ed è impossibile non soffermarsi – per quanto a volte risultino ripetitivi – sui busti “carnevaleschi” di Luigi Ontani, collocati scenograficamente lungo i 32 metri della galleria vetrata.
1… 2… 3… Stella, co-curata dalla coppia Marziani-Cristiana Collu, riunisce invece le quarantasei opere vincitrici nelle varie sezioni del Premio Terna a partire dalla nascita del concorso (2008): la selezione di lavori esprime le eccellenze del panorama artistico nazionale e non solo: da Francesco Arena a Zimmerfrei, passando per Alberto Garutti, Liliana Moro, Marinella Senatore, Isola e Norzi. Non altrettanto si può dire per il Padiglione regionale.
Certo, non siamo di fronte all’ammucchiata del Padiglione Italia a Venezia: l’allestimento concede alle opere il giusto respiro e una certa autonomia. Nonostante ciò, non tutti i lavori brillano per originalità e, ammesso che si possa rintracciare, il “carattere identitario” regionale degli artisti (utilizzo di materiali, condivisione di tematiche, rapporto col territorio) non risulta pienamente leggibile. E il confronto con gli old master umbri (Burri e Leoncillo su tutti) ospitati al piano inferiore, all’interno della collezione Carandente, non è di certo a favore della nouvelle vague regionale.
Ad affiancare le mostre principali ci sono poi alcune “chicche”, episodi apparentemente minori e invece capaci di completare con personalità la panoramica di eventi di Palazzo Collicola. Alberto Di Fabio è stato invitato – dopo Santiago Morilla e -sten- & Lex – a eseguire un intervento murale: integrandosi con l’architettura settecentesca del palazzo, il lavoro di Di Fabio segna una presenza equilibrata e al tempo stesso incisiva. Lo stesso artista è poi protagonista di “Oasi Collicola”, nuova sezione che coinvolge il giardino del palazzo: per l’occasione Di Fabio ha decorato dei lettini da mare con i suoi motivi pittorici.
Ma è il lavoro di Gianni Politi per la chiesa sconsacrata dei SS. Giovanni e Paolo (estensione del “laboratorio-Collicola” a pochi passi dal museo) la sorpresa migliore: l’artista romano, classe ’84, mette – letteralmente – in scena un saggio di pura pittura, “riconsacrando” l’ex-chiesa attraverso un lavoro che esprime una tensione laica e devozionale allo stesso tempo (la mostra, intitolata Le cose non saranno più come prima, è a cura di Alessandro Facente). Non altrettanto memorabili sono invece i lavori di Antonello e Montesi (che bisogno c’era dei genitali rivisitati in 3D, dopo l’ampio spazio che il museo ha già dedicato agli artisti?) e l’installazione – quantomeno criptica – di Latifa Echakchch, presentata dalla Fondazione Rocco Guglielmo. I risultati non sono sempre brillanti, ma la presenza di Gianluca Marziani dimostra la fondamentale importanza di un direttore di peso abile nelle relazioni e capace, specie in un contesto di “provincia”, di attirare artisti, creare eventi e “fare sistema”.
Saverio Verini
Spoleto // fino al 30 ottobre 2011
Cosmogonia Vol. II
1… 2… 3… Stella. 3 edizioni del Premio Terna
Gianni Politi. Input
Collicolab
www.palazzocollicola.it
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