Giovanna Marinelli sarà il nuovo assessore del Comune di Roma. Nuovo si fa per dire: 67 anni e una vita passata nell’apparato capitolino. Comunque buon lavoro

Giochi fatti, dopo cinquanta giorni di sede vacante, per l’assessorato alla cultura del Comune di Roma. Istituto negletto e martoriato ma che, nonostante tutto, gestisce investimenti pubblici e capitoli di spesa per diverse decine di milioni di euro tra musei, teatri, manifestazioni, biblioteche. Lasciarlo senza assessore, dopo le dimissioni di Flavia Barca, non era opportuno […]

Giochi fatti, dopo cinquanta giorni di sede vacante, per l’assessorato alla cultura del Comune di Roma. Istituto negletto e martoriato ma che, nonostante tutto, gestisce investimenti pubblici e capitoli di spesa per diverse decine di milioni di euro tra musei, teatri, manifestazioni, biblioteche. Lasciarlo senza assessore, dopo le dimissioni di Flavia Barca, non era opportuno e ciononostante il sindaco Ignazio Marino ha ritenuto di effettuare questa ennesima scelta inopportuna. E l’assenza di assessore sarebbe durata ancor più a lungo (almeno altri due mesi, tanto ci vorrà ad approvare il bilancio – 2014, non 2015 sia chiaro – del Comune) se non si fossero messi di mezzo intellettuali, attori, artisti e dintorni che, con una lettera aperta, hanno chiesto al primo cittadino della capitale del paese di intervenire entro metà luglio.
E entro metà luglio l’assessore, dopo tante voci, dovrebbe essere nominato. Succederà – a dar credito alle anticipazioni de Il Messaggero – entro la prima parte della prossima settimana, e il nome sarà quello della sessantasettenne Giovanna Marinelli. Una carriera chilometrica dentro la macchina dell’amministrazione capitolina (che è tanto un bene quanto un male), al punto da farla considerare l’assessore ombra negli anni – tanti – in cui l’incarico era affidato a Gianni Borgna. Un cuore che batte soprattutto per il mondo del teatro e tutta l’organizzazione necessaria a far funzionare quel mondo complesso, un programma che secondo le anticipazioni di Repubblica punterà ad esempio a valorizzare l’offerta culturale in periferia, e a far partire una volta per tutte il grande progetto culturale negli spazi dell’ex Mattatoio di Testaccio. Inutile stare a ripetere poi tutta la lista di criticità che la “nuova” assessora si troverà a gestire. A partire dalla questione del Macro, museo abbandonato da mesi: senza programmazione, senza direttore, preda degli appetiti di organizzazioni, associazioni e gallerie che lo utilizzano come location in affitto.
Il nome della Marinelli, insieme ad una pletora improbabile di altri papabili, è stato a lungo in pole position salvo poi uscire dal mucchio – opportunamente protetto dallo staff del sindaco! – rientrandoci al momento decisivo e dopo le dimissioni della dirigente del Dipartimento Cultura Maria Cristina Selloni, con la quale la Marinelli non vanterebbe buoni rapporti. In una città in coma (non solo culturale) e dunque con un disperato bisogno di shock radicali, si punta su una figura di apparato sebbene di specchiata onestà e di indubbia qualità e capacità organizzativa. A caldo, con la speranza di essere smentiti, appare come un’ennesima scelta priva di coraggio e di visione da parte del sindaco più deludente del momento.

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