+3000%. Con gli artisti nati negli Anni Ottanta
L’arte è sempre stata un investimento volatile e ha vissuto spettacolari bolle speculative e inevitabili collassi, come quelli che hanno coinvolto gli Impressionisti nel 1990-91 e le star del contemporaneo più modaiole nel 2008-09 dopo il crollo di Lehman Brothers. In questo momento i riflettori sono puntati sugli artisti classe 1980, i nuovi trofei della giovane generazione di collezionisti.
Secondo Artnet, tra il 2011 e il 2013 le opere datate da 1 a 3 anni presentate in asta sono state 7.300 all’anno: un numero enorme, se si pensa che durante il picco speculativo del 2007 se ne contavano 4mila. D’altronde, acquistare e rivendere opere di artisti nati negli Anni Ottanta si sta rivelando un ottimo gioco lucrativo che coinvolge una piccola nicchia di collezionisti e galleristi che stanno guidando il mercato del contemporaneo internazionale, non senza l’aiuto delle principali case d’asta.
Si è sviluppato dunque un appetito bulimico per le opere di artisti emergenti, nella prospettiva di una veloce rivendita che porta a una crescita della componente speculativa del segmento, non coinvolgendo quindi solamente gli artisti contemporanei affermati. La rivendita di opere delle icone del dopoguerra come Warhol, Koons o Basquiat porta ricavi sull’ordine dei milioni di dollari ma, date le cifre, non è un segmento alla portata di una fascia più ampia di collezionisti, come invece quello degli artisti emergenti. Si vedano gli esempi di artisti come Oscar Murillo (di cui abbiamo già parlato in questa rubrica alcuni mesi fa), Lucien Smith e Ryan Sullivan, i cui prezzi sono cresciuti del 3.000% negli ultimi due anni. L’alto tasso speculativo che colpisce questi nomi deriva da un mix costituito da prezzi iniziali più bassi, su cui è possibile perciò giocare sulla quantità, e una forte attrazione per artisti di genere maschile al di sotto dei 35 anni.
Basquiat e Haring hanno esordito durante il boom negli Anni Ottanta con lo stesso meccanismo che stiamo osservando in questi anni, diventando star dal giorno alla notte. Alla fine di quella decade il mercato dell’arte non ha retto e ha collassato, così come nel 2008 dopo un breve ma intenso periodo di speculazione, a cui è seguita una nuova espansione caratterizzata da una nuova cultura fieristica e la massiccia influenza delle case d’asta. Il mercato dell’arte contemporanea nel frattempo ha consolidato alcuni giochi di potere e il nucleo di attori che lo pilotano si è arricchito di collezionisti e si è fatto via via più scarno e consolidato. Inoltre, i superricchi sono cresciuti in numero e disponibilità economica. Nel 2013 erano 2.170 i miliardari, con un totale di 6,5 trilioni di dollari, secondo Wealth-X. Solo l’1% spende il proprio denaro in arte, provocando però un effetto sproporzionato in questo mercato di nicchia.
Sotto gli occhi di tutti è la rapida ascesa di Oscar Murillo.Ventotto anni, di origini colombiane ma residente a Londra, fisicamente ricorda Basquiat (e la cosa non guasta): insomma l’artista perfetto da lanciare nello star system internazionale. Nel 2011 le sue opere venivano vendute in galleria tra i 2.500 e gli 8.500 dollari. Nel 2013 la vendita di 24 opere in asta ha totalizzato 4.8 milioni. L’opera del 2011 Untitled (Drawings off the wall), acquistata in galleria lo stesso anno a 7mila dollari, è stata venduta lo scorso settembre in asta a 401mila in asta, suo attuale record. Regista, tra gli altri, il mega gallerista David Zwirner.
Un altro protagonista del mercato odierno è Ryan Sullivan. Nel 2011 le sue opere erano quotate 12mila dollari in galleria e già l’anno seguente i prezzi sono saliti a 45mila nella personale da Maccarone a New York. Una delle opere acquistate in mostra ha raggiunto la cifra record di 185mila dollari da Christie’s lo scorso autunno, partendo da una stima di 30-40mila.
Il più giovane di tutti è Lucien Smith, ex assistente di Dan Colen, la cui prima apparizione in asta nel 2013 coincide con il suo record attuale di 389mila dollari, raggiunto senza mai aver preso parte a un’esposizione museale. L’opera era stata acquistata nel 2011 a 10mila dollari: in quell’occasione lo ha sostenuto un compratore d’eccezione, Alberto Mugrabi, che nello stesso anno ha acquistato altre venticinque sue opere.
A febbraio 2014 hanno debuttato in asta artisti come Eddie Peake, David Ostrowski, Fredrik Vaerslev e Parker Ito. Di quest’ultimo, l’opera The Agony and the Ecstasy era stata venduta a 5mila dollari a Miami nel 2012 da Steve Turner Contemporary; la stima a catalogo è balzata a 10-15mila sterline ed è stata aggiudicata a 56.250.
La domanda che ci si pone è se i prezzi di questi giovani artisti saranno in grado di reggere per almeno 3-4 stagioni, e se ci saranno attori in grado di sostenere a lungo un mercato così strutturato.
Martina Gambillara
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #9
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