Design e automobili al Museo della Scienza e della Tecnologia: in mostra tre prototipi freschi di restauro, nel segno di Carlo Mollino
C’è un dato che le miopie recenti del tessuto imprenditoriale e della classe politica, la corsa suicida alla delocalizzazione, il depauperamento del lavoro e lo svilimento della progettualità non riescono a scalfire. È quello di una atavica genialità, condensata nella solida prassi che trasforma l’idea in oggetto; mette in forma il sogno, trovando le chiavi […]
C’è un dato che le miopie recenti del tessuto imprenditoriale e della classe politica, la corsa suicida alla delocalizzazione, il depauperamento del lavoro e lo svilimento della progettualità non riescono a scalfire. È quello di una atavica genialità, condensata nella solida prassi che trasforma l’idea in oggetto; mette in forma il sogno, trovando le chiavi migliori per tornire, plasmare, codificare ciò che prima era solo immaginazione. Vale come agevole e immediato compendio di storia del design lo show che porta nelle sale del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano tre automobili, fresche di restauro, che hanno fatto epoca: sintesi perfetta e per certi aspetti pazzesca di un estro che condensa arte e artigianato, concetto e forma, funzione ed estetica.
Titola Fatte su misura l’operazione, che svela un ambito forse poco noto delle ricche collezioni del museo, esponendo da questi giorni in via permanente quella che suona come una concreta timeline: percorso visuale in grado di mostrare il passaggio dall’archeologia delle quattro ruote fino alla più avveniristica modernità.
Ecco allora la Bianchi 8HP, costruita in legno e fogli di alluminio nei primi anni del Novecento dalla celebre ditta che ha scritto la storia del ciclismo, mezzo per l’epoca talmente avanzato da raggiungere il costo proibitivo di diecimila lire a esemplare; ed ecco la sensuale Bisiluro DaMolNar creata nel 1955, per la 24 Ore di Les Mans da Carlo Mollino. Architetto e designer, fotografo e progettista; viveur con una passione tutt’altro che superficiale per donne e motori: come dimostra l’elegante perfezione di un modello, questa bisiluro, capace di toccare velocità di opunta di 215 km/h.
In mezzo, come per ogni linea evolutiva che si rispetti, l’anello mancante: l’Alfa Romeo 8C 2300 datata 1932, customizzata ad hoc per Giorgio Sisini, mitico fondatore de La Settimana Enigmistica . Una spider da sogno, che contribuisce a gettare una luce sulla Milano città dell’automobile: rivendicando nel nome di Alfa Romeo, Lancia, Isotta Franchini e Bianchi un ruolo di assoluto rilievo. Appannato dall’immagine e dalla potenza di Torino, ma non per questo marginale.
– Francesco Sala
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