Peter Pan non c’è più. In ricordo di Robin Williams
La generazione tra la fine degli Anni Settanta e i primi anni Ottanta è cresciuta con i suoi film. L’improvvisa dipartita di Robin Williams sciocca così il grande pubblico. L’attore è stato trovato morto per asfissia nella sua abitazione di Tiburon in California: un suicidio.
Robin Williams (Chicago, 1951 – Tiburon, 2014)soffriva da tempo di depressione e da poco era uscito da una clinica di disintossicazione per alcolisti. La sua carriera aveva preso il via nel 1978 con il telefilm Mork e Mindy, uno spin off di Happy Days, andato in onda in America fino al 1982 e diventato cult in molti Paesi, tra cui l’Italia. Alieno dallo strano saluto, viene ingaggiato da Altman per interpretare Popeye – Braccio di ferro, ma sarà grazie a Barry Levinson che raggiungerà la notorietà presso il grande pubblico. In Good Morning, Vietnam dell’87 Williams interpreta un disk jokey che intrattiene i militari americani a Saigon. Ruolo che gli frutterà il secondo Golden Globe e una candidatura agli Oscar.
Dopo una parte nelle Avventure del Barone di Munchausen dei Monty Pyton, arriva un’altra grande interpretazione, quella del professor Keating, anticonformista in una scuola conservatrice, nel film L’attimo fuggente di Peter Weir. Conquista quindi la seconda nomination alla agognata statuetta. Torna a collaborare con Terry Gilliam ne La leggenda del re pescatore, affiancato da Jeff Bridges. Incassa un Golden Globe e un’altra nomination all’Oscar. L’abbiamo, poi, visto vestire i panni di un Peter Pan arrugginito in Hook di Steven Spielberg e quelli di un giocattolaio alternativo in Toys. Continua negli anni a seguire a impersonare una galleria di personaggi buffi e assurdi come Mrs. Doubtfire, dove si traveste da vecchia tata per poter stare coi propri figli e, ancora, Jumangi. Segue un periodo meno fortunato con One Hour Photo, Insomnia e The Final Cut.
Robin Williams nella sua carriera ultratrentennale ha collaborato con Mike Nichols (Piume di Struzzo, 1996), Francis Ford Coppola (Jack, 1996), KennethBranagh(Hamlet, 1996), Woody Allen (Harry a pezzi, 1997), Gus Van Sant (Will Hunting – Genio Ribelle, 1997) con cui finalmente ritira l’Oscar, Chris Columbus (L’uomo Bicentenario, 1999), Cristopher Nolan (Insomnia, 2002).
Nulla da appuntare al suo curriculum cinematografico e qualche scandalo personale perdonato dal suo pubblico affiatatissimo: dopo una breve relazione con la pornodiva Chrysty Canyon, sposa la ballerina, poi produttice televisiva, Valerie Velardi, con cui resta per dieci anni. Dopo una breve relazione con una cameriera, sposa la babysitter del figlio Zachary, la filippina trapiantata negli Stati Uniti Marta Garces, da cui ha altri due figli e con cui fonda la casa di produzione Blue Wolf. Sposa in terze nozze la designer Susan Sneider, appena tre anni fa, che però non riesce a consolare la sua tristezza.
Medico, pagliaccio, tata, deejay, extraterrestre, professore, tata, giocattolaio, Robin Williams ha interpretato con brio e verve, e anche con personale drammaticità, personaggi indelebili della storia del cinema contemporaneo. Un sorriso inconfondibile, uno humor irresistibile, capacità mimiche e comiche uniche nel suo genere l’hanno fatto amare da tante generazioni: quelli che lo identificano con la propria infanzia, i grandi che ha fatto divertire e l’hanno ammirato, i bambini che continuano a scoprire i suoi film.
Apparizioni e successi si sono diradate negli ultimi anni anche per problemi cardiaci, che lo hanno portato nel 2009 a una grave operazione chirurgica. Queste devono essere state alcune delle cause della depressione.
A soli sei mesi dalla perdita del grande Philip Seymour Hoffman, il firmamento hollywoodiano e il mondo intero restano attoniti di fronte alla tragica scomparsa di uno tra i più grandi interpreti dei giorni nostri.
Federica Polidoro
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati