Il design è relazione, tra arte e industria, tra funzione ed estetica, tra creatività e labor. Relazione perché connette ideatore e consumatore senza mediazioni. Proprio per questa ragione l’autoproduzione può essere considerata la start-up del designer che, in piena autonomia, dà vita al proprio progetto, dall’ideazione alla distribuzione. Autoprodurre apporta autentica linfa e innovazione al panorama del disegno industriale, nell’ambito della ricerca e della sperimentazione, e sempre più numerosi sono gli eventi e le iniziative che hanno scelto di dare spazio a questi progetti e ai loro creatori.
Celebri nell’ambito le realtà milanesi del Fuorisalone, il Triennale Design Museum che all’argomento dedica la sua settimana edizione, Milano Makers, Open Design Italia a Venezia, e molti altri solo in Italia, a competere con le Design Week di Londra, Bruxelles e Istanbul.
Dallo scorso anno, grazie all’associazione culturale Altrove, anche Firenze ha fatto sentire la sua voce nel panorama del design autoprodotto, dando vita a Source, self-made design, presso la Limonaia di Villa Strozzi, spazio del Comune di Firenze gestito dall’associazione Officine Creative, dall’11 al 18 settembre.
“Il primo obiettivo di Source è creare un contenitore ‘open’ sul design e sulla creatività, dove poter sia ammirare autoproduzioni, sia confrontarsi su professionalità, discipline e culture differenti”,ci racconta il curatore Roberto Rubini. “L’idea di focalizzarci sull’autoproduzione è stata guidata dall’amore verso questa forma di progettazione che unisce artigianato, arte e nuove tecnologie, e dal luogo: Firenze e la Toscana, territori ricchi di una tradizione artigianale e laboratorista”.
L’associazione Altrove nasce nel 2013 proprio con l’obiettivo di promuovere attività culturali nel campo del design e dell’architettura, con particolare attenzione agli aspetti legati al sociale, grazie ai soci fondatori, Roberto Rubini, Sandro Marini, Francesca Lancisi e Monica Reis Danai.
“Sicuramente la formazione di ognuno di noi”,sottolinea Rubini, “ha contribuito ad arricchire il progetto. Siamo un gruppo estremamente eterogeneo e questo ha contribuito a creare stimoli utili per innescare aperture interessanti verso differenti direzioni”.
Il progetto Source dà spazio gratuitamente, sia ai visitatori che ai partecipanti, alle produzioni di una cinquantina di creativi italiani e stranieri, provenienti da dieci Paesi tra cui Stati Uniti, Grecia, Canada, Finlandia, Iran, per dar loro l’occasione di presentare il proprio lavoro non solo al pubblico, ma soprattutto alle aziende.
Dopo un anno investito in ricerche per selezionare i partecipanti, come racconta Roberto Rubini, “la crescita del processo sarà direttamente proporzionale alla risposta che il territorio darà, intendendo per territorio il mix di sinergie dato dal sostegno di istituzioni, associazioni di categoria, imprese, aziende e tutti gli attori in grado di sostenere la teoria da noi portata avanti, e cioè che ‘i costi della creatività non possono ricadere sui creativi’”. Source è infatti una delle pochissime mostre di design che non chiede alcuna quota di partecipazione o adesione ai designer.
La mostra sarà suddivisa in aree tematiche, che presentano i lavori realizzati con stampanti 3d e altre tecniche digitali, le realizzazioni del collettivo milanese di Autoproduzioni italiane, una selezione di oggetti e arredi per la casa, complementi e giochi che rivisitano la tradizione popolare, e una sezione trasversale legata cibo e tavola. All’interno del ricco programma, giovedì 11 verrà presentato il progetto promosso da OmA, IED e MakeTank, che porterà alla realizzazione di un oggetto frutto della collaborazione tra un designer, un artigiano e un maker. La serata del 13 settembre sarà dedicata all’autoproduzione per l’innovazione sociale, un percorso attraverso cinque realtà fiorentine. Infine concerti jazz e dj set daranno ritmo agli appuntamenti musicali in calendario.
Stimolare il dibattito sulle autoproduzioni, in un periodo di crisi, è lungimirante e soprattutto fondamentale per dimostrare con quanta forza la passione e la creatività dei cosiddetti makers non sia intenzionata ad affievolirsi di fronte ad un mercato ancora, in apparenza, così ingolfato.
Flavia Chiavaroli
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