Brussels Art Days 2014. La capitale europea si mette in mostra
Il 13 e 14 settembre, le gallerie d'arte contemporanea di Bruxelles hanno inaugurato la stagione espositiva. Nei loro spazi ai due lati dell'avenue Louise, a Ixelles, al Sablon e nella zona del canale hanno presentato personali e collettive che rimarranno aperte per qualche settimana. Una panoramica per chi ha in programma una gita nella capitale dell’Europa.
Gli artisti nati negli Anni Settanta e nei primi Ottanta sono i più numerosi; nessuna preferenza per le tecniche usate, i messaggi, i linguaggi, che sono tutti compresenti; molte installazioni, altrettanti dipinti e sculture, qualche video. Questa la fotografia di Brussels Art Days 2014.
Tra le tante proposte, velata di malinconia è la mostra di Harold Ancart da Xavier Hufkens. L’artista, nato a Bruxelles nel 1980 e noto soprattutto tra i collezionisti, compone un ambiente vagamente riferito al mare e alla sua visione stereotipa. Grandi dipinti con elementi amorfi dai colori accesi ricordano Clyfford Still; esili piroghe di cemento sembrano galleggiare sul pavimento; panche su cui sono appoggiate le coperte che si usano nei voli intercontinentali rimandano alle vacanze estive, appena concluse.
Tutt’altra atmosfera da Almine Rech, la cui sala principale è occupata da The Bruce High Quality Foundation, un collettivo di New York formato nel 2003 da ex studenti della Cooper Union con l’obiettivo di trasmettere lo spirito del lavoro di un sedicente scultore scomparso l’11 settembre 2001. A Bruxelles, The Bruce presenta un’ampia installazione, una allegoria apocalittica della nostra società. Personaggi neri con un monitor a bassa tecnologia trasmettono immagini di disastri, sesso violento, distruzione, alluvioni, come fossero attualizzazioni delle maschere dell’Entrata di Cristo a Bruxelles, il dipinto di James Ensor conservato al Getty Museum di Los Angeles, a cui l’installazione è dedicata.
Da Meessen De Clercq tre artisti, Katinka Bock, Filip Gilissen e Tania Perez Cordova si dividono gli altrettanti piani della galleria. L’artista messicana compone collage tridimensionali di vari materiali, dalla carta alla ceramica, ispirati al tema della traduzione dei significanti e dei significati, dello stato di incertezza dell’oggetto tra fisicità e sua rappresentazione.
Alcune gallerie hanno preferito organizzare mostre collettive, per includere anche artisti e movimenti di fine Sessanta-inizio anni Settanta. È questo il caso di Micheline Szwajcer, che propone una mostra di una trentina di installazioni e sculture realizzate da Ann Veronica Janssens, Liam Gillick, Luciano Fabro, Allen Ruppersberg, tra gli altri. Al piano inferiore dello stesso bellissimo palazzo, Jan Mot ha allestito A situation in which an argument can be discussed, una mostra a tratti epistemologica con lavori storici di Robert Morris, Mario Garcia Torres e Ian Wilson, secchi e minimali. Mostre collettive anche da Albert Baronian e Office Baroque con la sua Nuit Americaine con opere di Virginia Overton e Leigh Ladare tra gli altri.
Infine, c’è qualcuno che ha usato i Brussels Art Days per fare il punto sul lavoro di artisti tutti da riscoprire, come Barbara Gladstone che propone l’americano Jack Smith. Celebrato da recenti esposizioni al Whitney Museum e al MoMA di New York, Smith è stato attore, regista, performer, pioniere dell’arte underground, tanto che i suoi lavori degli Anni Cinquanta e Sessanta anticipano molte delle ricerche successive.
Nelle città ad alta concentrazione di spazi espositivi, le manifestazioni come i Brussels Art Days hanno ormai una cadenza più che stagionale. Tanto meno le gallerie riescono ad attirare pubblico quando inaugurano in solitaria, tanto più i weekend dedicati al gallery going diventano frequenti e frequentati, soprattutto nelle giornate di sole.
Antonella Crippa
http://www.brusselsartdays.com/2014/
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