Ecco come lo vorrei. Riapre a Vienna il Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig, con una mostra/lista della spesa…
Il Museo dei desideri. Una mostra per un (nuovo) inizio, firmato Karola Kraus. Con questo titolo riaprirà i battenti il 9 settembre il MUMOK – Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, rimesso a nuovo in occasione del suo decimo anniversario presso il quartiere dei musei della capitale austriaca. Un make up firmato dallo studio […]
Il Museo dei desideri. Una mostra per un (nuovo) inizio, firmato Karola Kraus. Con questo titolo riaprirà i battenti il 9 settembre il MUMOK – Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, rimesso a nuovo in occasione del suo decimo anniversario presso il quartiere dei musei della capitale austriaca. Un make up firmato dallo studio di architettura autoctono Ortner & Ortner, con l’aggiunta di un cinema progettato da Heimo Zobernig e Michael Wallraff, per un progetto che aveva come obiettivo quello di rinnovare la struttura e rilanciare lo spazio con un programma sempre più mirato.
“Il Museo – spiega la Kraus, direttrice dal 1 ottobre 2010 – promuove un’interazione aperta ed innovativa tra moderno e contemporaneo. La sua eccezionale collezione e le sue mostre con un approccio pioneristico, gli hanno già conferito un’eccellente reputazione internazionale (…). Con il ‘Museo dei desideri’ vorrei inviare un segnale rispetto alle mie strategie circa mostre e collezione per gli anni a venire”. La programmazione guarda, infatti, alla collezione permanente, mostrando, attraverso l’interazione di mostre monografiche e mostre temporanee, come verrà sviluppata in futuro, mettendo gli “oggetti del desiderio”, le opere che al momento cioè non figurano ancora tra le acquisizioni, in dialogo con ciò che è già presente.
Sempre la Kraus sottolinea, ad esempio, l’esigenza di sviluppare le sezioni relative alla Minimal e alla Conceptual Art, ma anche di implementare gli acquisti per ciò che concerne le ultime tendenze. C’è quindi da immaginare che in mostra appariranno alcuni tra i “desiderata” della direttrice, quali monument for V. Tatlin (1964) di Dan Flavin, opere di Fred Sandback, Marcel Broodthaers, Cindy Sherman, Louise Lawler, e altre di giovani come Thomasz Kowalski, Marzena Nowak, Christian Mayer.
– Santa Nastro
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