Jannis Kounellis in Montenegro. Un omaggio all’anima italiana di Perasto e al mitico vessillo veneziano. Le foto dell’installazione nella chiesa di Cattaro

Una lunga storia di amicizia e di devozione, quella tra la città di Perasto, nel Montenegro, e l’ex Repubblica di Venezia, che la governò per secoli, tra il Medioevo e la fine del XVIII secolo. Non una presenza subita, vissuta con disagio, bensì difesa con orgoglio e senso d’appartenenza. I Perastini, sentendosi veneziani nello spirito […]

Una lunga storia di amicizia e di devozione, quella tra la città di Perasto, nel Montenegro, e l’ex Repubblica di Venezia, che la governò per secoli, tra il Medioevo e la fine del XVIII secolo. Non una presenza subita, vissuta con disagio, bensì difesa con orgoglio e senso d’appartenenza. I Perastini, sentendosi veneziani nello spirito e nella tradizione, difesero quel legame anche quando Venezia cadde, nel 1797, e dovette deporre dal suolo cittadino i vessilli di San Marco. Provarono ad autogovernarsi, per un po’, finché non giunsero le truppe austriache. Fu la fine di quella straordinaria  liaison storica e politica, con l’ultimo gonfalone della Serenissima nascosto per sempre dai fieri combattenti montenegrini e cercato dai posteri, invano.  Sepolto, forse, sotto l’altare della Cattedrale.
A questa vicenda, che pare uscita da un romanzo, si allaccia la mostra di Jannis Kounellis Un’opera per ricordare/A work to Remind, a cura di Ludovico Pratesi, appena inaugurata nella Chiesa di San Paolo, a Cattaro. Al centro l’opera Untitled (Sails), presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1993. Il nesso con la storia delle due mitiche alleate, ma anche con le varie comunità italiane presenti in Montenegro, è subito incarnato dalla grande installazione: nove antiche vele, utilizzate dai marinai del Mediterraneo, evocano l’idea del viaggio per mare e l’avvincente scambio tra popoli lontani. Un tema oggi così attuale, nel mezzo di un riassetto geopolitico di grandi proporzioni, che sta aumentando la portata dei flussi migratori nel mondo.
La cultura del mare, che nell’immaginario di Kounellis torna sovente, collegata alle sue origini greche, viene declinata attraverso questa architettura effimera, fatta di tessuti, di storie, di simboli e di scritture emerse. Tra gli abissi degli oceani e quelli della memoria, in un unico movimento poetico.

– Helga Marsala

Jannis Kounellis
Un’opera per ricordare/A work to Remind
Chiesa di San Paolo – Cattaro, Montenegro
fino al 6 novembre 2014

 

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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