New York Interviews. Ben Harthley e le aste online
Ben Harthley è stato di recente nominato U.S. Manager di Auctionata.com. Con lui abbiamo naturalmente parlato di aste online e del loro futuro. Inizia così una nuova stagione delle interviste da New York realizzate dal nostro corrispondente Alessandro Berni.
Austrialiano di nascita, newyorkese da una vita: come sei arrivato a dirigere i quartieri generali americani di Auctionata.com?
Sono nell’arte contemporanea da venticinque anni. Ho avuto diverse esperienze cruciali, fra cui cinque anni come consulente al Guggenheim, vice-direttore del Museum of Art and Design e presidente della Luoise Bloin Media, dove ho supervisionato un organico globale di quattrocento persone in venti Paesi.
Auctionata.com è una casa d’asta puramente online. Non è la prima volta che sei coinvolto in un progetto web. Prima di lavorare per il cartaceo Luoise Bloin Media, hai trasformato Artinfo.com da una scommessa di sito a una realtà mediatica presente in venti Paesi e dodici lingue. Come vedi il futuro della comunicazione? Rimarrà solo il web oppure carta e Internet continueranno a convivere?
Credo che rimarranno a lungo in vita ambedue le alternative. Per entrambi i media è vero però che raggiungere profitti interessanti rimane una sfida sempre più insidiosa.
Online funzionano meglio le aste della comunicazione, quindi?
Le aste online stanno attraversando un momento di prima maturità dopo una lunga fase sperimentale e pioneristica.
Nata nel 2012 in una hall di Berlino per la volontà di quattro soci, oggi Auctionata conta 150 salariati e ha raggiunto il bilione di operazioni. Qual è il segreto del successo di questa rapidissima crescita?
Nessun segreto. Il punto di partenza è stato un software avanguardistico in grado di permettere il servizio di aste accessibile da qualsiasi angolo di mondo. Quindi è stata costruita una rete di esperti in grado di garantire l’autenticità dell’opera. La gente ha risposto in maniera positiva alla nostra offerta di valutazioni gratuite e veloci dei loro oggetti di valore. Basta mandare una foto ad Auctionata.com per ricevere in pochi giorni una stima gratuita.
Su quali fronti stai lavorando per continuare a far crescere il progetto che sei stato chiamato a dirigere?
Riuscire a comunicare online il senso dell’occasione da cogliere al volo; raccontare la storia dell’opera in vendita senza mai essere noiosi, ma offrire spunti educativi e di intrattenimento.
Qual è il lavoro più strano che vi è capitato di mettere all’asta?
La tuta spaziale di Laika, il primo essere vivente lanciato nello spazio nel 1957.
E il record di cui andate maggiormente fieri?
Un orologio Patek Philippe venduto per 620mila dollari. Per un orologio, è il prezzo più alto che si sia mai registrato attraverso il sistema di aste online.
Quali saranno i prossimi step di crescita per Auctionata.com?
Dopo Berlino e New York, abbiamo aperto una nuova sede a Roma.
Come siete arrivati a questa decisione?
La scelta strategica è dipesa dalla disponibilità di opere d’arte nella città piuttosto che dei compratori.
Un Paese di artisti ma non di collezionisti?
A proposito del settore orologi, il mercato italiano è incredibilmente attivo. Anche se, in effetti, il sistema Italia riesce a distinguersi più per le opere d’arte prodotte che per il numero di collezionisti.
Si fa un gran parlare di crisi dell’arte. Eppure il mercato dell’arte è sempre più ricco e continua a battere record. Inoltre, mai come oggi, si conta in tutto il mondo un crescente numero di artisti, curatori, progetti culturali, gallerie e musei. Per non parlare del fenomeno delle fiere…
Si, l’arte contemporanea non è in crisi. Il mercato cinese sta esplodendo sia nella domanda che nell’offerta. Il Qatar fino a dieci anni non esisteva. Dalla Cina continuano ad arrivare nuovi collezionisti. Stiamo vivendo un momento davvero prolifico di opportunità e siamo lieti di farne parte. Il mercato globale dell’arte supera i 65 bilioni di dollari annui. Di questi, solo il 5% di questo avviene online. Percentuale senz’altro destinata a crescere in futuro.
Casomai ad essere in crisi è la critica d’arte. Se si assottigliano le entrate per i progetti mediatici, praticamente stanno scomparendo i salari per i critici e i giornalisti d’arte…
Se guardiamo cosa succede nel cinema, la recensione di un critico è ancora in grado di vendere al botteghino qualche biglietto in più. Nell’arte contemporanea, la voce dei critici ha diminuito drasticamente la capacità di influenzare l’operato dei musei. Il mondo della vera critica d’arte sta scivolando in spazi sempre meno abbienti, sostituito da sempre più numerose fonti dove scrivono commenti critici esperti e critici di basso spessore. Questo è un fatto che è doveroso riconoscere. Così come è opportuno sottolineare che per fortuna è possibile trovare ancora buoni articoli come quelli di Holland Cotter sul New York Times o di Peter Plaggens sul Wall Street Journal, interventi che sono davvero un’esperienza divertente, educativa e speriamo stimolante per la maggior parte dei lettori.
Il mercato delle aste è diventato così grande e potente da ridurre gli attuali teorici dell’arte a dinosauri in via d’estinzione?
Le aste continueranno ad avere bisogno dell’operato di musei, galleristi, soprattutto di bravi artisti e naturalmente anche di curatori e critici d’arte. Artisti e operatori culturali rimangono alla continua ricerca di feedback. Questo bisogno non si estinguerà mai.
Qual è l’aspetto peculiare che sta vivendo in mercato dell’arte in questo presente?
Proprio quello delle aste online. Sta crescendo velocissimo. I numeri prodotti da Auctionata.com lo dimostrano. 650mila persone ci hanno contattato per una consulenza gratuita. Abbiamo messo in vendita quasi 100mila lotti attraverso più di cento aste online.
Novità di questo mese è un nuovo accordo fra Sotheby’s e eBay. È una notizia di cui avere timore?
No, anzi. È la conferma che il mercato delle aste online continuerà a crescere in maniera inarrestabile.
Alessandro Berni
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