È morto a soli quarantotto anni Davide Nido, artista per caso arrivato fino alla Biennale di Venezia. Il poeta del colore (sintetico), amico di Luciano Pistoi e vincitore su Maurizio Cattelan

Le sue opere, che incontrassero o meno i gusti dei singoli, erano inconfondibili per chiunque se le ritrovasse davanti. E non capitava di rado, fra fiere, collezioni private e mostre collettive, di incappare in quelle coloratissime composizioni dove le forme ispirate alla natura si traducevano in complesse trame realizzate in contrastanti materiali sintetici, come dalla […]

Le sue opere, che incontrassero o meno i gusti dei singoli, erano inconfondibili per chiunque se le ritrovasse davanti. E non capitava di rado, fra fiere, collezioni private e mostre collettive, di incappare in quelle coloratissime composizioni dove le forme ispirate alla natura si traducevano in complesse trame realizzate in contrastanti materiali sintetici, come dalla gomma al nylon, al bostik. Era capitato a tanti, per fare un esempio, di vederle alla Biennale di Venezia del 2009, quando lui fu fra gli invitati al Padiglione Italia curato dalla coppia Luca Beatrice and Beatrice Buscaroli.
Il lui di cui parliamo è Davide Nido, e purtroppo ci troviamo a parlarne al passato, visto che giunge l’inattesa notizia della sua morte, a soli 48 anni. Era nato infatti a Senago, nel milanese, nel 1966, e dopo il diploma all’Istituto statale d’Arte di Monza si era iscritto alla Facoltà di Architettura che aveva però abbandonato per seguire la sua autentica vocazione artistica. In quegli anni iniziò anche a lottare contro il morbo di Hodking, con cure lunghe e assai provanti. Nel 1987 Aldo Mondino lo aveva invitato a diventare suo assistente e, su suo consiglio, Nido decise di iscriversi all’Accademia di Brera, al corso di Pittura di Luciano Fabro.
Sempre su invito dello stesso Mondino, venne la sua prima importante affermazione, con la partecipazione al Premio internazionale d’arte contemporanea a Serre di Rapolano, nel senese, dove vinse il primo premio (il premio menzione, per dare un’idea, fu assegnato a un allora sconosciuto Maurizio Cattelan). Importante fu il suo rapporto con Luciano Pistoi, che lo invitò a partecipare a una mostra nel Castello di Volpaia. Nel 1997 iniziò anche la sua carriera di docente, prima all’Accademia di Belle Arti di Napoli e dal 1999 a Brera.

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