Felice Varini a Napoli. Armonie potenziali sui muri di Studio Trisorio

Un'esplosione di collori per la nuova sede di Studio Trisosio, a Napoli. Come nascono le illusioni prospettiche di Felice Varini? Un video illustra le fasi del backstage, con l'artista al lavoro. Documentando la nascita di una struttura armonica e dinamica, sulle pareti

C’è un punto preciso, uno soltanto, in cui la visione si fa destino, generando una sintesi. Il punto in cui l’occhio indovina l’immagine. E rimette insieme i pezzi. Felice Varini lo chiama “punto di partenza potenziale”. Un luogo di certezza e insieme di liberazione: da qui, proiettando lo sguardo in avanti, la giostra di frammenti lineari e di geometrie tonali si srotola sui muri, come un collage inquieto. E realizza, magicamente, la sua forma: oggetto effimero e monumentale, in stato di disequilibrio costante.
Tutt’intorno c’è lo spazio. Le pareti, il soffitto, il pavimento, le scale, le stanze, e la possibilità di camminarvi in mezzo, seguendo quelle linee e quei colori. La forma sboccia, si scompone, si dischiude e si rimette in gioco. Alimentando percezioni sempre nuove. Fin quando il visitatore non torna lì, nel punto esatto:  l’apertura, l’appiglio, la mappa e l’apparizione.

Felice Varini, Rosso nero giallo blu per scudo trapezio e disco - Napoli, 2014

Felice Varini, Rosso nero giallo blu per scudo trapezio e disco – Napoli, 2014

È questo che accade, più o meno, nella nuova galleria di Studio Trisorio, a Napoli, dentro le scuderie di Palazzo Ruffo Ulloa di Bagnara. Qui Varini ha realizzato dei wall painting site specific, a partire da due marcatori dello spazio: due capitelli, posti uno di fronte all’altro, divenuti i confini visivi di una grande composizione centrale, risolta in un incastro di curve, rette, angoli, campiture piatte. Unicamente blu, rosso e giallo, distesi nel bianco assoluto dell’ambiente. A realizzarsi è una scrittura irregolare di pattern, che avvolge, orienta e insieme disorienta, tendendo a un ordine che resta sul filo. Tra l’esplosione e l’implosione, tra una forza centripeta e una centrifuga.
Ed è l’architettura stessa, come racconta Varini, a farsi pittura. A innescare una danza di gesti incompiuti e di segni. Laddove la visione e il passaggio, il ritmo e la stasi, il frammento e l’unità, convivono dialetticamente. In un moto perpetuo.

Helga Marsala

Napoli // fino al 20 novembre 2014
Felice Varini
STUDIO TRISORIO
Riviera di Chiaia 215
081 414306
[email protected]
www.studiotrisorio.com

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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