Alessandro Gottardo aka Shout: il concetto dell’illustrazione
Palazzo Chiericati, Vicenza – fino all'8 dicembre 2014. Il primo evento dell’“Illustri Festival” è una retrospettiva. Protagonista nei sotterranei del Museo Civico, Alessandro Gottardo detto Shout. Con lavori che ripercorrono la sua carriera di illustratore dagli Anni Zero a oggi.
Alessandro Gottardo aka Shout (Pordenone, 1977; vive a Milano) fu tra i primi illustratori italiani a trasferire il suo know-how analogico al digitale, consentendogli di lavorare con prestigiose testate giornalistiche e riviste internazionali, come The New York Times, The New Yorker, Time, Le Monde, The Economist, e case editrici come Penguin, o aziende come Coca Cola, American Express, Volkswagen.
La prima sala della mostra vicentina è dedicata a 20 illustrazioni Indigo, tra le quali alcune copertine realizzate per Einaudi, per la riedizione dei racconti di Raymond Carver. Del 2005 il cambio di nome in Shout, in occasione di un cambiamento stilistico, che mirava a una progressiva semplificazione del segno avvicinandosi al filone dell’illustrazione concettuale. Di questa fase ci sono lavori come Call if you need me, dove sono le ombre a parlare invece dei protagonisti.Le acquetinte della serie Dazed vennero realizzate per la personale del 2010 alla Known Gallery di Los Angeles: un’intima ricerca sullo spaesamento che l’essere umano vive in quest’epoca colma di paradossi, pregna di incomprensioni e relazioni alienanti.
La sala dedicata ai Ritratti espone i lavori realizzati tra il 2003 e il 2004 che composero i volumi Jetlag 1 e Jetlag 2. L’idea era di creare ritratti “nudi e crudi” di donne e uomini (immaginari) sfiancati da un viaggio intercontinentale, con i volti segnati dalla stanchezza. Tutti seguono il flusso delle proprie coscienza e sembrano specchiarsi senza realmente vedersi. L’ambientazione dei ritratti è inesistente (i non-luoghi degli alberghi in cui vivono): i corpi ad outline si stagliano su un fondo vuoto, contornati da un alone appena più intenso o più spento del medesimo colore dello sfondo, dentro un fascio di luce che li investe dall’alto.
L’ultima sala raccoglie tavole Originali realizzate nel 2011: una prosecuzione del tema dello straniamento, iniziato con Dazed. Una forma di critica nei confronti del voyeurismo dei social network che spersonalizzano l’individualità e creano gap d’incomunicabilità.
Ma è anche una sorta di ritorno alle origini, all’analogico. Tutte tavole realizzate senza disegno preparatorio, con la sola penna a sfera, nelle quali gli errori come le sproporzioni o gli sbaffi d’inchiostro (diluiti come fossero acquerelli) sono intesi come un valore aggiunto al lavoro.
Petra Cason
Vicenza // fino all’8 dicembre 2014
Alessandro “Shout” Gottardo – Selected Works
PALAZZO CHIERICATI
Piazza Matteotti 39
392 9789722
[email protected]
www.illustrifestival.com
MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/39878/alessandro-gottardo-shout/
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