Plastica e tecnologia. A Napoli nuova sezione per il Plart, il Louvre artificiale…
Dai diamanti non nasce niente, ma dal petrolio può nascere un fior. Non ci credete? Provate a fare un giro al Plart, museo della plastica creato nel 2008 a Napoli da Maria Pia Incutti, dove per… magia spunta da oggi la nuova sezione multimediale. Progettata da Id Lab in collaborazione con m&a, Julian Koschwitz, Xtend3dLab […]
Dai diamanti non nasce niente, ma dal petrolio può nascere un fior. Non ci credete? Provate a fare un giro al Plart, museo della plastica creato nel 2008 a Napoli da Maria Pia Incutti, dove per… magia spunta da oggi la nuova sezione multimediale. Progettata da Id Lab in collaborazione con m&a, Julian Koschwitz, Xtend3dLab (NABA, Milano), VoidDoIt (IUAV, Venezia), Plastiche alchemiche combina soluzioni e servizi innovativi con la sostenibilità ambientale, diffondendo la cultura del riuso o sperimentando oggetti di design realizzati con plastiche biodegradabili o materiali “eco”.
Un percorso museale diviso in sette aree esperienziali per scoprire il mondo della plastica e la sua evoluzione, dall’alchimia alla chimica, con postazioni interattive, touch screen, iPad, catalogo digitale della collezione e ambientazioni tematiche. Due le installazioni pensate per l’occasione: Plastic fantasia di Elio Caccavale (assieme a Anna-Clara Rendahl, Mike Shorter, Paddy Stevenson-Keating dell’Università di Dundee), mix di movimenti, suoni, luci e ombre in cui gli oggetti acquistano vita propria; e MicroSenSo. Microfono Sensibile al Soffi di Xtend3dLab, “autobiografia” di un microfono britannico degli anni ’40.
– Anita Pepe
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