Tutti i periodi di crisi si portano dietro una spiccata tendenza all’accumulazione nelle pratiche artistiche e creative: basti pensare al linguaggio sperimentale e stratificato del Pasticciaccio (1957) di Gadda, ai rifiuti e agli oggetti industriali che si affastellano nelle inquadrature dei film italiani degli Anni Settanta (di Scola, Petri, Risi, Di Leo ecc.), o ancora allo stile pirotecnico di Arbasino nello stesso periodo.
Evidentemente, allora come oggi, esiste un legame diretto tra saturazione oggettuale e ansia da transizione epocale: è la sensazione che viene anche visitando la mostra personale di Eva Hide, identità fittizia dietro cui si celano due artisti e maestri ceramisti di Laterza. Le ceramiche in maiolica si ammassano sulle casse da imballaggio e sugli scaffali provvisori come in uno studio o, meglio ancora, in un magazzino: giocattoli osceni, simboli sacri, figure infantili, coloratissimi animaletti mutanti, teneri mostri, torte inquietanti. E poi tappeti sgargianti, il grande piatto funebre e mefitico, disegni morbosi e la scritta Venezia posta, o caduta, sul pavimento. Il tutto suggerisce una modalità finalmente diversa di concepire, e allestire, una mostra.
Christian Caliandro
Bari // fino al 10 gennaio 2015
Eva Hide – Tu non costruirai mai più per me
ARTCORE
Via De Giosa 48
347 6574411 / 340 7225237
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