Il senso della vanitas secondo Nicola Bolla. Quando la morte si veste di diamanti
Ultimo weekend per scoprire la personale di Nicola Bolla, alla Fondazione Ducci di Roma. Fra teschi rivestiti di diamanti, serpenti, zoccoli di cavallo, “Underground” unisce simboli ed icone della vita e della morte, della potenza e della fragilità
“A un certo punto ho capito che il grande pregio dell’artista è che può in qualche modo costruirsi i propri giocattoli. E quindi ho cominciato a costruire delle sculture, che non immaginavo fossero sculture, ma che erano gli oggetti che avrei voluto collezionare”. Nicola Bolla si racconta, in un’intervista raccolta da Rai Arte in occasione della sua personale alla Fondazione Ducci di Roma, in corso fino al prossimo 13 dicembre. E racconta la suggestione che è alla base di tutta la sua ricerca, da sempre: dare forma a un’ideale wunderkammern, una personale camera delle meraviglie che nel tempo si arricchisce di oggetti, creature, architetture dell’immaginazione, fuori dal tempo e dalle sintassi consuete. Un catalogo di preziose bizzarrie, intitolato ai concetti di vanitas e di seduzione, di fragilità e di potenza.
E ci sono la vita, la morte, l’eros, la consunzione, il gioco e lo stupore, nella pratica scultorea di Bolla. Una celebrazione del bello, nella sua essenza effimera e insieme magnetica: Swarovski, teschi, armi, zoccoli di cavallo fusi in bronzo, sono segni carichi di forza simbolica, usati per dare vita a delle nature morte contemporanee, dall’anima provocatoria. Così, in una spinta estetizzante che esaspera il gusto per la superficie, si fondono il senso del tragico e la retorica del potere, del lusso, del peccato, del kitsch e della magniloquenza. Per una tensione continua tra saturazione vitale e malinconia del vuoto. Indagini sul’esistenza, affinando l’arte del gioco e della leggerezza.
Helga Marsala
Nicola Bolla, “Underground”
a cura di Claudio Strinati
Fondazione Ducci /Palazzo Cisterna – Via Giulia 163, Roma
fino al 13 dicembre 2014
www.fondazioneducci.org
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