Arte appesa al muro? Non più. Ora anche in Cina se la giocano in Borsa…
Finance Art. Proprio a inizio 2011, mentre da Parigi arrivava la notizia della nascita della prima borsa valori dell’arte, promossa da A&F Markets, un’iniziativa omologa – dedicata all’arte cinese – veniva lanciata in una città del nord della Cina: la Tianjin Artwork Exchange. Che in due mesi ha già moltiplicato di 50 volte il valore […]
Finance Art. Proprio a inizio 2011, mentre da Parigi arrivava la notizia della nascita della prima borsa valori dell’arte, promossa da A&F Markets, un’iniziativa omologa – dedicata all’arte cinese – veniva lanciata in una città del nord della Cina: la Tianjin Artwork Exchange. Che in due mesi ha già moltiplicato di 50 volte il valore delle opere d’arte, trasformate in vere e proprie quote azionarie. La proposta d’apertura comprende due dipinti: Roaring Yellow River e Autumn in Fortress di Bai Gengyan, ognuna suddivisa in 11 milioni di azioni che gli investitori possono comprare e vendere proprio come nel mercato finanziario.
La borsa ha ottenuto un rialzo del prezzo delle opere del 15% già durante il primo giorno, in confronto al 10% del mercato azionario. Il prezzo dei dipinti è arrivato a sfiorare i 103 milioni di yuan (15.7 milioni di dollari), moltiplicando di circa 52 volte il top price d’asta dell’artista. Secondo le regole, un investitore che compra più del 67% di un’opera può richiedere l’acquisto della rimanente quota agli altri investitori.
A marzo sono state aggiunte altre otto opere, sette dipinti tradizionali e un diamante rosa, dando una nuova scossa al valore delle azioni.
– Martina Gambillara
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