Flavio Favelli veste la facciata di PortoFluviale, a Roma, per SKIN TaSTE. Un album di figurine, un esercito di calciatori, una squadra impossibile

La Roma e la Lazio. Due squadre, due fedi, forse anche due modi distinti di sentire. Il calcio, come un fatto d’appartenenza, oltre che di goliardia; d’identità e di comunità. Sposando una storia, una maglia, una tradizione, un’idea stessa dello stare in campo. Ed essere romanisti o laziali non è, semplicemente, un caso. È una […]

La Roma e la Lazio. Due squadre, due fedi, forse anche due modi distinti di sentire. Il calcio, come un fatto d’appartenenza, oltre che di goliardia; d’identità e di comunità. Sposando una storia, una maglia, una tradizione, un’idea stessa dello stare in campo. Ed essere romanisti o laziali non è, semplicemente, un caso. È una scelta, che sconfina in un conflitto per la rivendicazione territoriale.
Da qui parte Flavio Favelli, sull’onda di ricordi d’infanzia, per il suo nuovo progetto dal titolo “Campioni”, messo a punto per il ciclo SKIN TaSTE curato da Adriana Rispoli e allestito, periodicamente, sulla facciata di PortoFluviale, a Roma.
E sono dunque flashback di una vita fa, tra solitudini casalinghe e congetture di bambino, tra pomeriggi interi a mettere in fila cose, idee, cimeli: collezionava figurine, Favelli, come tutti i ragazzini. E la voracità da collezionista consumava anche “francobolli, pacchetti di sigarette, lattine di birra e bibite, etichette, adesivi e cartoline”, racconta lui stesso. Il calcio, a quell’età, era questa passione tutta mentale, questo rituale quotidiano; ed era un infinito universo di carta da catalogare, pagina dopo pagina, “un esercito con stemmi, bandiere e colori che colmava un vuoto che veniva da lontano”.

Flavio Favelli, Campioni, 2014

Flavio Favelli, Campioni, 2014

“Campioni” recupera queste memorie e le trasforma in opera, in un esercito immaginario, costruito sul filo del paradosso e della contraddizione. Partorito per gioco, per sfida, per provocazione.
Dal 22 dicembre il prospetto dell’ex deposito anni ’50  di Via del Porto Fluviale si veste di una pelle nuova, grazie a un manifesto di circa 150 metri quadrati, su cui Favelli stampa le formazioni di due squadre ideali, composte dagli stessi giocatori, replicati in un riflesso imperfetto. Sono coloro che hanno, per un caso singolare, militato in entrambe le due società “nemiche”, la Roma e la Lazio. Ed eccoli, radunati in questa doppia parata – di qua con una maglia, di là con l’altra – a incarnare il senso “dell’impossibile, dell’impensabile, dell’antitesi, del proibito”, persino del “peccato mortale”. Smitizzati e insieme celebrati, in questa loro doppiezza che odora di libertà, di debolezza o di tradimento. “Due squadre metafisiche, sospese fra i due emisferi dell’Urbe”, aggiunge Favelli. Che trasforma il volto di un vecchio capannone, divenuto ristorante e locale polivalente, in un album di figurine monumentale e paradossale. Allestito per tutto l’inverno, fino al prossimo 22 marzo.

–     Helga Marsala

PortoFluviale
Via del Porto Fluviale 22, Roma
tel + 39 06 5743199
www.portofluviale.com 

 

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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