La guerra mediatica e i suoi postumi. Alla Civica di Trento
Galleria Civica, Trento – fino al 1° febbraio 2015. “Afterimage” è una mostra nell’ambito del progetto “Mart/Grande guerra 1914-2014”. E propone un necessario e coinvolgente percorso di riflessione su statuto, ruolo e impatto delle rappresentazioni del conflitto.
Nel tempo della “guerra permanente” una sterminata produzione di immagini di guerra irrompe nelle nostre vite, veicolata da vari supporti. Immagini professionali e amatoriali, ufficiali e rubate; immagini impugnate come armi, per orientare l’opinione pubblica, giustificare altri interventi armati, fare proseliti, incutere terrore. La paura, scrive Steyerl nel saggio in catalogo, è divenuta “la forma contemporanea del pubblico”e, non a caso, “guerra al terrore” è definita la guerra dell’Occidente al terrorismo internazionale (l’installazione di Kilpper ce ne fornisce un campionario iconografico-lessicale). Nella mobilitazione generale delle coscienze, nessun documento appare più neutrale.
Da un secolo a questa parte, il rapporto fra la storia e la sua rappresentazione in immagini è invertito, come evidenzia Harun Farocki nel video sulla deposizione del dittatore rumeno Ceausescu: la rivoluzione rumena era già in tv, divenuta quartier generale degli insorti, prima che se ne potesse dare un giudizio storico. Oggi buona parte dei contributi video e fotografici ci raggiunge praticamente in presa diretta e spesso, per modalità di trasmissione, per novità ed eterogeneità delle fonti e dei contenuti, rendendo obsoleta ogni argomentazione filosofica precedente sul loro statuto.
Quale allora il ruolo possibile dell’arte in questo quadro? La prima urgenza che emerge dai lavori esposti, alcuni di artisti provenienti da aree di conflitto, è di ricognizione e di testimonianza. Un bisogno di distanziarsi dagli scenari di rawar (citando l’insegna palindroma di Stefano Cagol), per costruire narrazioni essenziali, prossime alla verità di un accadimento, alla quotidianità di singole vite sottoposte alla guerra (Bisan Abu–Eisheh). Non si tratta di far vedere le bombe, le ferite per se stesse, ma di mostrare come la violenza e gli choc subiti, anche dal paesaggio, travolgano il vissuto individuale, alterando la percezione del tempo e dello spazio, sconvolgendo ritmi, desideri, sentimenti (Joreige), innestandosi nella memoria personale di luoghi, persone e situazioni familiari, coinvolti in un processo di indagine e ripensamento (Husni-Bey, Steyerl, Contini).
Un’altra istanza forte riscontrabile è l’invito a non lasciarsi sopraffare dalle immagini, a riappropriarsi di un’immaginazione creativa e di un atteggiamento critico che inneschino azioni partecipative di protesta (come i collage, a produzione e fruizione condivisa, del collettivo Kennardphillipps ) o di reazione alla censura (Mele affigge gigantografie di esercitazioni militari segrete in spazi pubblicitari cittadini, Aung Ko dipinge quello che è proibito fotografare).
La forza immaginativa è anche al centro del racconto di Hilal, Peretti, Weizman, documentato dalle fotografie di Francesco Mattuzzi, sulla vicenda della base militare evacuata di Oush Grab a Betlemme, dove l’accesso a una visione inedita della città, offerta dal panopticondi una torre di controllo, ha avviato una pratica di riconversione dal basso del sito militare abbandonato in spazio pubblico.
Roberta Morgante
Trento // fino al 1° febbraio 2015
Afterimage. Rappresentazioni del conflitto
a cura di Valeria Mancinelli, Chiara Nuzzi, Stefania Rispoli
artisti: Bisan Abu-Eisheh, Mohamed Bourouissa, Stefano Cagol, Mircea Cantor, Anetta Mona Chişa & Lucia Tkáčová , Leone Contini, Marco Dalbosco, Camilla de Maffei, Democracia, Harun Farocki, Massimo Grimaldi, Adelita Husni-Bey, Lamia Joreige, Kennardphillipps, Thomas Kilpper, Aung Ko, Nikki Luna, Francesco Mattuzzi, Pietro Mele, Aditya Novali, Ahmet Ögüt, Fabrizio Perghem, Martha Rosler, Pietro Ruffo, Giorgio Salomon, Cindy Sherman, Abigail Sidebotham, Eyal Sivan, Hito Steyerl, ZimmerFrei.
GALLERIA CIVICA
Via Belenzani 44
[email protected]
www.mart.trento.it/galleriacivica
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